vasetto con coperchio di Miseroni Gasparo - bottega milanese (terzo quarto sec. XVI)
vasetto con coperchio
1550 - 1574
Miseroni Gasparo (notizie 1550-1575 Ca)
notizie 1550-1575 ca
Vasetto con coperchio intagliato con testa di leone. Porta una cerchiatura argentea a ricomporre il puntale a ghianda del coperchio e una ghiera pure metallica e settecentesca di foglie acantiformi che costituisce il labbro superiore del contenitore
- OGGETTO vasetto con coperchio
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MATERIA E TECNICA
argento/ smaltatura
lapislazzulo/ intaglio
- AMBITO CULTURALE Bottega Milanese
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ATTRIBUZIONI
Miseroni Gasparo (notizie 1550-1575 Ca)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezioni Galleria Estense di Modena
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
- INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il manufatto, che ancora non è stato tracciato con sicurezza negli antichi inventari di casa d'Este, risulta accostabile a diversi pezzi conservati nelle collezioni fiorentine. Nell'inventario compilato nel 1669 dal cavalier Don Giovanni Donzi, custode della Galleria ducale, sono elencati diversi oggetti in lapislazzuli (ASMo, Archivio per Materie, Gallerie e Musei Estensi, "Inventario del cavalier Donzi 1668-1669. 1669. Inventario delle robbe della Ducal Galleria che si tiene in consegna il cavagliere Donzi", in Bentini, Curti 1990, pp. 5-9). Inoltre figura scritto nel R.C.G.E. della Galleria, Museo e Medagliere Estense come "Una zuccheriera di lapislazzuli con smalti" con nota a margine "Restituito dall'Austria Ungheria (consegna 9-21 luglio 1925). Sinora il contenitore è stato riferito all'ambito granducale non senza una qualche ragione ("Tesori" 2008, p. 13), tuttavia la qualità dell'intaglio risulta assai prossima a quella delle due "tazze a nicchia", identiche, ma rispettivamente in lapislazzuli ed eliotropio, che figurano negli inventari di Cristina di Lorena (1589, ASFi, Mediceo del Principato 6354A, c. 365v) e di Cosimo I de' Medici, duca di Toscana (1560, ASFi, Guardaroba Medicea 45, c. 5), conservate oggi al Museo degli Argenti (inv. Gemme 1921, n. 766 e n. 764; W. Foch, in "Palazzo Vecchio" 1980, pp. 220-221, nn. 414-415). La seconda, che si articola anch'essa come un mostro marino, che ghermendo una conchiglia a nicchio forma contestualmente il piede, fu pagata dal reggitore toscano nel 1557 la non mediocre cifra di 300 scudi. L'esemplare modenese, più volte rimaneggiato, mostra ora un piede e un orlo del coperchio in smalto azzurrino opaco, pittoricamente mosso da fiori bianco-rossi derivanti da ornati olandesi o fiamminghi della seconda metà del Seicento. I vari dissesti attestano un concreto impiego del manufatto e al contempo un suo continuo aggiornamento sino al Settecento. La rigidezza della conduzione delle foglie trova alcuni riscontri nei lavori in lapislazzuli, una pietra di colore intensamente azzurro, ma relativamente tenera, che furono condotti a Firenze al tempo di Jacques Bilivert (1550-1603), orafo granducale, nel laboratorio del Casino di San Marco. Negli anni 1572 e 1575 vi giunsero infatti i fratelli Caroni e i Gaffuri, pure milanesi, che dettero forma a invenzioni di gusto buontalentiano. Tra le opere loro non si trovano però protomi e tanto meno umane come quella del nostro esemplare, che partecipa di un gusto grottesco sconosciuto a Firenze. Non si può escludere che il manufatto sia stato un dono dinastico secentesco in occasione di qualche circostanza particolare, forse connessa alle ambizioni filofrancesi di alcuni membri della casata e che il senso della sua origine lombarda si fosse perduto da tempo quando, come era usuale nelle corti ultramontane, si volle impreziosire con smalti policromi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438095
- NUMERO D'INVENTARIO 6933
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0