busto di Antinoo
scultura
1700 - 1749
Il busto in alabastro d'onice è unito a una testa di bronzo dorato rappresentante Antinoo. La testa è leggermente inclinata verso il basso e ruotata a destra. Gli occhi sono leggermente allungati, le guance e le labbra piene; l'espressione è seria e malinconica. I riccioli dei capelli non sono quelli tipici di Antinoo, ma più corti e fitti, come quelli che caratterizzano le rappresentazioni di Hermes. Il busto è coperto con un ampia clamide allacciata sulla spalla destra tramite una fibula a disco; una frangia molto mossa ricade sulla spalla sinistra
- OGGETTO scultura
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MATERIA E TECNICA
alabastro/ scultura
bronzo/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Romana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezioni Galleria Estense di Modena
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
- INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I caratteri fisionomici del giovane non sono riconducibili a un ritratto ufficiale. Evidente nel pezzo in esame, però, è la ripresa, per quanto riguarda la realizzazione della testa, dell'"Antinoo Albani" (nella collezione del cardinale nel 1733), ritrovato nel 1723-1724 a villa Adriana a Tivoli e conservato a Roma, ai Musei Capitolini, in seguito all'acquisto da parte di papa Clemente XII (1730-1740). Hermann attribuisce il busto modenese a Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l'Antico, sostenendo che nel Cinquecento, dal momento che L'"Antinoo Albani" non era ancora venuto alla luce, avrebbe potuto ispirarsi a un'altra replica andata poi perduta (Hermann 1909, pp. 280-282). L'ipotesi elaborata viene a cadere in base al confronto con altre opere dell'Antico e al gusto barocco dell'opera in esame. Interessante, però, appare il fatto che Hermann consideri il busto come pendant di un altro, anch'esso un tempo appartenente alla Galleria Museo e Medagliere Estense e oggi andato purtroppo perduto, rappresentante Virgilio, anche questo formato da un busto in alabastro e da una testa-ritratto di bronzo dorato tratta da modelli antichi. L'associazione del bronzo dorato all'alabastro, con la ripresa di modelli dall'antico, richiama le opere di Nicolas Cordier (1567-1612), che in più di un'occasione completò torsi antichi (es. quello in alabastro usato per la realizzazione della statua di "Sant'Agnese", nella basilica romana a lei dedicata). Nel nostro caso anche il busto appare moderno, ma il gusto per la scelta dei materiali e il richiamo costante all'antico sono gli stessi. Cordier lavora a Roma agli inizi del Seicento (cfr. Pressouyre 1984), ma l'opera in esame sembrerebbe dimostrare il persistere, nella prima metà del Settecento, della ripresa dei modelli antichi e dell'accostamento di materiali diversi con particolare attenzione all'effetto cromatico. In seguito all'affermarsi della consuetudine del "Grand Tour" settecentesco, potremmo pensare a un artista presente a Roma negli anni trenta del XVIII secolo che, ispirandosi alle opere romane di Cordier, abbia voluto riproporre l'"Antinoo", da poco ritrovato a Tivoli, scegliendo i materiali da lui privilegiati soprattutto per lavori collegati all'antico e in qualche modo preannunciando la grande fortuna che la statua del giovane ebbe fino a tutto l'Ottocento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438092
- NUMERO D'INVENTARIO 575
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI sulla base, parte anteriore - S. EVSTACHII. M - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0