Testa di vecchio di profilo. testa d'uomo di profilo
disegno
post 1650 - ante 1674
Pasinelli Lorenzo (attribuito)
1629/ 1700
Ritrattio di vecchio con lunga barba visto di profilo
- OGGETTO disegno
-
MATERIA E TECNICA
carta colorata/ matita/ gessetto
-
ATTRIBUZIONI
Pasinelli Lorenzo (attribuito)
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Guido Reni
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Coccapani
- INDIRIZZO corso Vittorio Emanuele II, 59, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Documentazione archivio ufficio catalogo (scheda non firmata ne datata) Una nota di E. Grazia sul cartone propone, con qualche perplessità, il nome di Guido Reni, mentre nel verso una scritta a matita rimanda ali'ambiente fiammingo. La vecchia schedatura accetta, riportando anche i punti interrogativi, l'attribuzione al Reni. Il soggetto e il trattamento del volto rientrano infatti nell'ambito reniano: il foglio ricorda la figura in primo piano a sinistra ne 'La disputa' conservata all'Hermitage di Leningrado (S. Pepper, 'Guido Reni', p. 250, tav. 124). Analogie si riscontrano anche con il volto del vecchio di profilo nel Battesimo di Cristo di Ludovico Carracci, conservato al Bayerische Staatsgemaldesammlungen di Monaco ('Ludovico Carracci', cat. mostra a cura di A. Emiliani, Nuova Alfa ed., Bologna 1993, p. 28). Lo stile, il trattamento calligrafico della testa non appartengono ne al Reni, ne tantomeno al Carracci ma si inseriscono piuttosto nella scuola bolognese; rimandano ad un pittore che ebbe modo di studiare e lavorare sui famosi modelli. Le molte somiglianze che si possono istituire tra il foglio, la sua produzione pittorica e grafica e la sua specifica formazione conducono al nome di Lorenzo Pasinelli che si formò presso il Cantarini, passò, alla sua morte (1648), presso Flaminio Torri, raccogliendo così da entrambi l'eredità del Reni, arricchita di attenzioni naturalistiche con il supporto di un sostanzioso interesse per l'arte veronesiana. Egli fu collezionista di disegni; le antiche fonti ricordano che possedeva numerosi fogli dei Carracci (C. Baroncini, 'Lorenzo Pasinelli pittore (1629-1700)', S. Patacconi ed., Rimini 1993, p. 326). Il nostro disegno ricorda San Giuseppe nel dipinto Cristo va con i 'Santi padri [...] a visitare la Madre' del 1657 conservato nella chiesa di San Girolamo alla Certosa di Bologna. E' possibile che il foglio sia uno studio preparatorio proprio per questo dipinto, prima commissione di prestigio per il Pasinelli. La chiesa di San Gerolamo era un luogo in cui si potevano vedere altissimi esempi della scuola di Bologna, tra i quali anche Ludovico Carracci (con il 'Battesimo di Cristo' del 1592) e il Reni (con 'San Brunone trionfante sul demonio, sul mondo e sulla carne', lasciato incompiuto). Il Pasinelli dovette accontentare le richieste dei padri della Certosa e lavorare direttamente in chiesa, davanti ai grandi modelli: nel dipinto cita tutti gli autorevoli maestri dal Reni al Cantarini al Torri al Quercino (C. Baroncini, op.cit., pp. 179-181). Il particolare del San Giuseppe è l'esatta trasposizione di quello del Cantarini nel Tempio malatestiano di Rimini. Anche altre analogie conducono ali'attribuzione del foglio a Lorenzo Pasinelli: somiglianze si notano con alcuni tratti della testa di 'San Francesco di Paola' in una incisione di Domenico Maria Muratori da un dipinto perduto del Pasinelli datato 1660 (Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto dei Disegni e Stampe, P.N. 5101, vol. 11). L'immagine, anche se filtrata attraverso l'incisione, mostra un 'esatto disegno', una testa di vecchio vigorosa simile alla nostra. Nella persistente scarsità di testimonianze sulla sua attività disegnativa, è però possibile affermare che una delle tecniche preferite del Pasinelli sia la matita rossa con rialzi di biacca, la stessa utilizzata nel nostro foglio. Meno evidenti ma non meno riscontrabili, le analogie con un disegno, anch'esso a sanguigna, raffigurante 'San Matteo e l'angelo' conservato alla Pinacoteca di Brera (inv. 165), dove si avverte "...una più esplicita propensione per una interpretazione più ariosa dei chiaroscuri, in quella direzione coloristica e tonale che segnala il parallelo intensificarsi dell'iinteresse per la pittura veronesiana" e che porta una datazione agli anni settanta del Seicento (R. Roli, in 'Disegni emiliani dei secoli XVII-XVIII della Pinacoteca di Brera', Mazzotta, Milano 1995, p. 132). Ne consegue pertanto una datazione anticipata del nostro foglio; riconoscendovi la mediazione reniana come suggeriscono i confronti sopra descritti, collocherei il foglio intorno agli anni 1655-1660". Il disegno è a matita rossa con tocchi di gessetto bianco su carta bruna. Sul controfondo in basso al centro etichetta rettangolare '805'
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800437216
- NUMERO D'INVENTARIO 1212
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul 'recto' in alto a sinistra - '162 n 7' - corsivo - a matita - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0