mitria - manifattura italiana (seconda metà sec. XVIII)

mitria, 1750 - 1799

Diagonale 3 lega 1 prodotto da ordito e trama di seta perla; a tutti i colpi di trama è passata una trama lanciata in lamina d'argento legata in diagonale dai fili d'ordito. Disegno a ricamo. Motivi a rilievo in oro fialto ricamati a punto pieno (imbottitura cartone). Motivi in oro riccio e in lamina d'oro ricamati a punto steso e fermati da legature in taffetas e a spina. Applicazioni di 10 gemme verdi e di 17 gemme color rubino incastonate in argento dorato e di una croce d'argento dorato con 21 rubini incastonati. Disegno a esili tralci a voluta d'oro ornati da pietre verdi e rubino di misure diverse. Le gemme, presenti solo su un lato della mtria, incorniciano al centro una croce d'argento con rubini. La mitria, in corrispondenza delle estremità delle code è rifinita da frangie in cordoncino d'oro filato. Fodera in taffetas perla

  • OGGETTO mitria
  • MATERIA E TECNICA argento lamellare/ trama lanciata
    argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura
    filo dorato
    filo d'oro/ ricamo
    gemma/ incastonatura
    RUBINO
    seta/ diagonale o saia/ laminatura/ ricamo
    seta/ taffetas
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria della Steccata
  • INDIRIZZO Strada Giuseppe Garibaldi, 5, Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La mitria, registrata negli inventari settecenteschi della chiesa, viene segnalata nell'inventario più antico del 1725 come dono alla Steccata del Duca Francesco Farnese, Gran Maestro dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. L'inventario riporta inoltre un'accurata descrizione del prestigioso copricapo indossato dal più alto dignitario ecclesiastico dell'ordine, il Gran Priore, pari per dignità di grado e autonomia di potere solo al vescovo: "Mitra di tela d'argento ricamato d'oro da ambe le parti, con due code simili, che hanno in fondo la sua frangia d'oro. Nel davanti di detta mitra vi sono alligati in cassettoni n. 10, d'argento dorato e smaltato n. 10 grisoliti grandi, con tre gili d'argento dorato e smaltato, con entro otto rubini per cadaun gilio, et in mezzo una croce pure d'argento dorato, e smaltato con entro altri nove rubini grandi, et altri otto rubini piccoli, e detta mitra è fodrata di ormesino incarnato con sua custodia". Purtroppo la descrizione dell'inventario non corrisponde in ogni dettaglio alla mitria in esame, mancano infatti in essa i gigli d'argento dorato e smaltato con rubini, oltre agli smalti della croce e delle inastonature delle gemme. La mancata corrispondenza e considerazioni di ordine tecnico e stilistico non consentono di identificare con sicurezza la mitria con quella donata dal Duca alla Steccata. L'imbottitura di cartone dei ricami in oro a rilievo (tecnica introdotta a partire dalla metà del Settecento) e lo stile rococò maturo del disegno indicano che il copricapo liturgico è stato ftato in epoca posteriore, presumibilmente nella seconda metà del XVIII secolo, a imitazione dell'originale, forse anche riutilizzando parte degli ornamenti antichi. Le affinità riscontrate con alcune mitrie conservate a Bologna nelle chiese di S. Pietro e S. Petronio, ascritte al secondo quarto del XVIII secolo (cfr. Trebbi 1958, tavv. 182-84), convincono per la datazione proposta. Rispetto ai copricapi bolognesi, l'esemplare parmense evidenzia caratteri stilistici ancora più tardi, come la descrizione formale del disegno aggraziata e tipicamente rocaille e la distribuzione più spaziata dei motivi, che rivela inflessioni di gusto neoclassico. Anche in questa riproposizione tarda, la mitria parmense restituisce comunque l'idea di come doveva essere l'originale: nel dispiegamento di gemme colorate e di ori e argenti smaltati forse si voleva rievocare lo sfarzo dei copricapi liturgici antichi. E' possibile che la mitria donata da Francesco Farnese sia stata indossata dal primo Gran Priore dell'ordine, il Canonico Oldrado Lampugnani, in un'occasione storica importante: la cerimonia di insediamento nella dignità di Gran Maestro, voluta dal Duca e celebrata in forma solenne in Steccata davanti al clero e alla nobiltà locale il 17 ottobre 1718, solo qualche mese dopo l'intitolazione ufficiale della chiesa a sede conventuale dell'Ordine di San Giorgio, concessa da Clemente XI al Farnese il 27 maggio di quell'anno (Marocchi 1982, p.23)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800405843
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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