Sant'Antonio da Padova

dipinto,

Sant'Antonio da Padova, colto di profilo a tre quarti di busto, in abito francescano con saio bruno, abbraccia e bacia Gesù bambino ignudo, avvolto solo da un mosso drappo bianco. Sulla sinistra, guardando, campeggiano composizioni di gigli bianchi simboli di castità (attributo frequente nelle raffigurazioni del Santo e Dottore della Chiesa). I due personaggi, legati da sguardi e gesti affettuosi, sono raffigurati su un fondo scuro privo di dettagli entro una composizione piramidale.Il dipinto, con cornice dorata, è conservato entro un altarolo ligneo (v. scheda n.00380730)

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Parmense
  • ATTRIBUZIONI Baratta Pietro Paolo (1874/ 1940): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lavoro certo del pittore parmense Pietro Paolo Baratta (Ghiare di Noceto, Parma 1874/Parma 1940), allievo di Cecrope Barilli nel Regio Istituto d'Arte di Parma, il dipinto si colloca tra le numerose opere d'ispirazione religiosa caratterizzate da accenti sentimentali e brani d'intimità affettuosa.Pittore di soggetti storici, religiosi e di genere il Baratta si riallaccia qui alla tradizione classicheggiante ottocentesca; toni soffusi, sobrietà compositiva, delicatezza di gesti e sguardi improntano l'opera, assegnabile alla produzione di inizio XX secolo.Baratta nacque a Noceto, in località Ghiaie, il 14 agosto 1874. Dopo un breve periodo passato in paese, la famiglia si trasferì in città, a Parma. Fin da bambino rivelò una spiccata predilezione per il disegno ed il padre lo iscrisse all'Accademia di Belle Arti, ove ben presto si fece notare per abilità e bravura, sì da diventare l'allievo prediletto del suo illustre maestro, Cecrope Barilli. Successivamente frequentò l'Accademia libera di Roma, allo scopo di perfezionarsi, sotto la guida di Ludovico Seitz; la sua tempra di artista si consolidò, a contatto con i pittori che allora in Roma andavano per la maggiore, tra i quali il Serra, il Maccari e il Sartorio. Rientrato a Parma nel 1897 vinse il posto di insegnante di figura e per molti anni tenne la presidenza dell'Accademia di Belle Arti con spirito battagliero e costruttivo. Dopo il 1913 collaborò alla decorazione del palazzo delle Poste progettato da Moderanno Chiavelli di Fontanellato, dipigendo le figure allegoriche che adornano il vestibolo su via Melloni. Affrescò anche il fregio esterno del palazzo della Camera di Commercio, ora sede della Cassa di Risparmio, in strada Cavestro. Morì, dopo rapida malattia, l'8 gennaio 1940. Per quanto riguarda la sua arte (secondo il Battelli) si possono distinguere quattro periodi: un primo caratterizzato da scene familiari di stile prettamente ottocentesco; un secondo, nel quale si dedica a fatti storici, risentendo, nella vivacità dei colori, dell'influenza di pittori come Serra e Seitz; un terzo, in cui esprime la nostalgia della quiete monastica; ed un quarto, caratterizzato da composizioni semplici e genuine, tra le quali spiccano i ritratti. Sullo stile di Paolo Baratta così hanno scritto alcuni Critici: "Nei disegni il Baratta fu incontestabilmente un maestro. In essi appare quasi un classico per tradizioni, istinto gusto e volontà...Tutto lo interessava e come linea e come struttura plastica. E appunto in questa indagine insaziabile ed amorosa sta il segreto di tutta la sua arte" (G. Copertini, in Corriere emiliano, 3 febbraio 1940) . "Non era vincolato a nessuna tecnica, ben sapendo che la tecnica non è che un mezzo espressivo, e non già il fine dell'arte, onde lo vedevi passare con superba padronanza dei mezzi della tempera tenue e delicata dei Primitivi alla pennellata larga e pastosa dei Cinquecenteschi o delle sfumature evanescenti del pastello caro a Rosalba Carriera e ai Settecenteschi francesi". (G. Battelli, in Salsomaggiore illustrata, 1943, n. 3) . "Il disegno figurativo fu la materia alla quale egli si dedicò più intensamente; per tutta la vita si applicò alla conoscenza e all'approfondimento di quello studio essenziale...Alcune opere, anzi varie pitture, e in modo particolare i ritratti ad olio, a sanguigna e a pastello, restano a testimoniare il corso razionale, compiuto felicemente, dall'arte del nostro maestro. Basterà ricordare il ritratto della Signora Carrara Verdi, del Sig. Puccio, della Signora Mambriani e il magnifico pastello raffigurante la moglie dell'avv. Lino Carrara di Busseto, per qualificare nel loro autore un eccellente ritrattista" (V. Bianchi, in Gazzetta di Parma, 3 giugno 1968)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800380731
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Baratta Pietro Paolo (1874/ 1940)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE