navicella portaincenso, ca 1781 - ca 1781

Piede a base circolare con ampio orlo piatto, percorso da un motivo fogliare inciso, e corpo accentuatamente bombato, partito da ampie volute in specchiature includenti foglie e valve di conchiglia; fusto a fusione risolto in un nodo principale piriforme segnato da fogliette incise; nella coppa ritornano partiture definite da nastri a voluta e recanti valve di conchiglia e pendoni di frutta; foglie d'acanto a fusione sono applicate alle due valve del coperchio, di cui una sola apribile

  • OGGETTO navicella portaincenso
  • MATERIA E TECNICA argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura/ fusione
  • AMBITO CULTURALE Ambito Parmense
  • LOCALIZZAZIONE Tizzano Val Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'arme gentilizia incisa sulla navicella figura anche nelle due lampade pensili del presbiterio (scheda SPSAD PR 00380248), nelle quali è affiancata da iscrizioni con la data 1781 e il nome del donatore, Marsilio Venturi. Si pùò dunque certamente supporre per il pezzo in esame uguale datazione e stessa committenza da parte di un importante personaggio locale, nato nel 1694 a Cereto, oggi Carpaneto, docente universitario e medico di fiducia di Francesco Farnese; prestò la sua opera anche presso la corte di Spagna, paese da cui rientrò in tarda età per morire ultranovantenne a Parma. La donazione degli oggetti liturgici all'Oratorio del Rosario è successiva di pochi anni all'acquisizione del territorio tizzanese da parte di un altro noto esponente della famiglia Venturi, il figlio di Marsilio, Troilo, ministro del Duca Ferdinando di Borbone e signore del luogo fino alla soppressione napoleonica del 1805 (cfr. Barili 1970, pp.13, 80-81). Sia Marsilio che Troilo furono priori della Confraternita della B.V.M. del Rosario, proprietaria dell'Oratorio di Tizzano (cfr. Veni Sancte Spiritus 1998, p. 23).Navicella e lampade recano anche la stessa punzonatura, il monogramma AP che, in assenza di riscontri documentari che possano con certezza sciogliere la sigla, pùò essere dubitativamente riferito, tra gli argentieri parmensi cui presumibilmente si rivolse il Venturi, ad Antonio Palamidesi o a Antonio Perini o a Antonio Petrini : il primo nato nel 1732, attivo con bottega in vicinia della Cattedrale, documentato dagli anni '60 e ufficiale dell'Arte ancora nel 1785, il secondo citato nello Stato degli orefici del 1787, all'epoca trentatreenne e attivo presso la bottega del padre, il più conosciuto Pietro, l'ultimo censito come cinquantaquattrenne nel 1811 e in quell'anno depositario del proprio marchio, che pare tuttavia diverso da quello in esame (cfr. Mordacci 1997, pp. 188, 202-207, 211). Non essendo a tuttoggi nota la produzione di questi tre artefici, risulta impossibile un'attribuzione certa della navicella, che propone soluzioni formali e decorative comuni a larga parte dell'argenteria locale della seconda metà del XVIII, in cui un lessico pienamente settecentesco persiste anche a date tarde sia pure impaginato con un rigore e una nitidezza di lavorazione di gusto neoclassico. Buona la qualità esecutiva
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800380283
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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