Crocifissione di Cristo con la Madonna , San Pietro, San Paolo e Santa Maria Maddalena

dipinto, ca 1612 - ca 1612

Personaggi: Cristo; Madonna; Santa Maria Maddalena; San Pietro; San Paolo. Attributi: (San Pietro) chiavi. Attributi: (San Paolo) spada. Strumenti del martirio: croce; corona di spine. Oggetti: teschio. Fenomeni metereologici: nubi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Lanfranco Giovanni (1582/ 1647)
  • LOCALIZZAZIONE Borgo Val Di Taro (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La firma che compare al di sotto del piede di S. Pietro non lascia equivoci sulla paternità dell'opera, mentre qualche perplessità è sorta sulla datazione, dato che il complesso dipinto stilisticamente si discosta da altre tele dello stesso soggetto che appartengono al catalogo di Lanfranco, sebbene la critica lo ritenga un'opera giovanile ancora pervasa da reminiscenze carraccesche, per la forte impostazione architettonica delle figure, rese con intenso plasticismo e meditata analisi prospettica. Presumibilmente può essere stata eseguita attorno al 1612, tra il primo e il secondo soggiorno romano, dopo le esperienze vissute nell'Urbe a fianco di Annibale, insieme a Sisto Badalocchio. Entrambi allievi a Parma di Agostino, Lanfranco e Badalocchio avevano la protezione dei Farnese e, dopo l'improvvisa morte del maestro, si trasferirono a Roma, coadiuvando Annibale in varie imprese, specie dopo la devastante malattia che lo colpì nel 1605 e che lo condusse alla morte nel 1609. In quell'anno Lanfranco ritornò in patria per un breve periodo e per il conte piacentino Orazio Scotti, marchese di Montalbo, suo primo mecenate, e per i Farnese, si trovò ad eseguire varie opere ricordate da Bellori, suo primo biografo e ora solo in parte rintracciate. Di questa Crocifissione non vi è alcun cenno e non sappiamo come sia giunta a Porcigatone; sebbene non documentata dalle fonti la leggenda del probabile viaggio di Lanfranco nella Val Taro non è da escludere, trovandosi Porcigatone in prossimità del passo di S. Donna, che collega il territorio piacentino di Bardi, terra dei Conti Landi, con il versante parmense di Borgotaro. Potrebbe trattarsi di una committenza procuratogli da Orazio Scotti, rientrando Porcigatone nella diocesi piacentina, oppure dalla corte Farnese, trovandosi nelle zone del ducato. L'attuale chiesa, dedicata a S. Pietro, venne eretta nel XIX secolo, recuperando parte dgli arredi di un più antico edificio costruito nel 1609 che si trovava nelle vicinanze, resosi pericolante per le continue frane, ed è possibile che Ranuccio I, dopo aver assunto il governo di Borgotaro, si fosse interessato all'edificazione della nuova chiesa, eretta su un'antichissima pieve medievale, beneficiandola di un'opera del Lanfranco, come del restao si impegnò nel 1610 per la costruzione della chiesa di S. Antonino. La Crocefissione nella sua impostazione formale è comunque tra le opere di Lanfranco più collegabili con le esperienze figurative di Agostino Carraci e in special modo la figura di Cristo, così grande in primo piano, con il corpo "...reclinato in avanti ad accentuare il ribaltamento verso il fruitore", come analizzò con acume Fabrizio d'Amico, è molto simile anche nell'anatomia a quelli lasciatici da Agostino, sia in un disegno al Louvre, che nell'incisione tratta da un'idea del Veronese (De Grazia 1984, nn.127a, 134). Rispetto alle soluzioni carraccesche la tela tuttavia è animata da più intensa drammaticità, costruita con sapiente equilibrio gestuale e forte contrasto cromatico, quasi a risentire anche di echi caravaggeschi assorbiti durante il soggiorno romano o di quella ricerca di realismo, costruito sui colori, intensi e saturi nelle luci, che stava svolgendo Schedoni a Parma in quegli anni. Pur adottando una scelta iconografica tradizionale, la "novità" di Lanfranco si coglie nella disposizione dello spazio occupato dalle figure. Non c'e respiro tra i quattro santi, in una geometria di linee in diagonale si apre quasi a "corolla" la croce e solo, a riempire metà della tela, troviamo il Cristo, schiaccaiato alla sommità del poco spazio, con il corpo sfaccettato da una violenta luce concentrata sul bianco del perizoma. Il protagonista è lui, non S. Pietro a cui nondimeno è dedicata la chiesa, e se quest'ultimo nel gesto eloquente di indicare il Cristo è proiettato verso l'esterno del quadro per invitare l'osservatore ad entrare nella scena, l'attenzione del pittore sembra concentrarsi con maggiore ricerca di naturalismo nella testa di S. Paolo. Più che un modello stereotipato esso sembra un personaggio in posa a cui Lanfranco dedica un particolare alone di luce sullo sfondo. E' forse Borgotaro inoltre il piccolo villaggio inserito in lontananza al margine destro della tela? Non possiamo riconoscere nel gruppo di edifici un nucleo fortificato come ancora nel XVII secolo era il borgo. Lanfranco presumibilmente nell'ideare la tela la immaginava inserita in uno spazio ampio, con molto respiro attorno e forse inserita in un altare in stucco o in legno, ben diverso dal contesto attuale. A tale proposito si può prendere in esame anche l'ipotesi che il quadro potesse essere detinato ad un altro luogo e trasferito a Porcigatone successivamente. Senza alcun avvallo documentario, ma solo nella ricerca di motivazioni iconologiche, occorre ricordare che a Borgotaro nell'Oratorio dei Disciplinati operava da secoli la Confraternita del Crocefisso, che si trasferì in S. Antonino all'inizio del XVII secolo, unendosi a *
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800366927
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ISCRIZIONI a sinistra in basso, sotto il piede di S.Pietro - G. LANFRANCUS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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