turibolo di Capitassi Francesco (ultimo quarto sec. XVIII)

turibolo, 1775 - 1799

Il piede a base circolare con orlo piatto è decorato da motivi a valve di conchiglia e sul collo da foglie entro cartelle definite da volute affrontate: la coppa presenta specchiature lisce ancora entro cartouches profilate da volute fitomorfe ed è orlata da una fascia ad ovati che si ripete alla base del coperchio, questo è scandito da volute affrontate in partiture lavorate a traforo dove si alternano un ornato a cartouches sovrapposte a foglie ad un motivo a treccia includente corolle floreali; alla sommità è un giro di foglie: Il piattello di raccordo delle catene, con anello apicale, riprende a sbalzo e semplificati i decori del coperchio

  • OGGETTO turibolo
  • MATERIA E TECNICA argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ fusione/ doratura/ cesellatura
  • ATTRIBUZIONI Capitassi Francesco (1747/ Notizie Fino Al 1812)
  • LOCALIZZAZIONE Borgo Val Di Taro (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gusto per un'impaginazione ordinata e simmetrica dei motivi decorativi di matrice ancora sostanzialmente barocchetta nonchè la presenza di ornati che invece già appartengono al lessico neoclassico (trecce, ovati, etc.) assegnano il pezzo ad una produzione senz'altro tardosettecentesca di cui si può ipotizzare l'attribuzione in base alla punzonatura. Ricorre più volte sull'oggetto il monogramma FC in campo rettangoare già rilevato su altre argenterie liturgiche del parmense, stilisticamente omogenee e caratterizzate da un rinnovamento in senso classicista del repertorio settecentesco ( cfr. il servizio per incensazione ed il secchiello nella chesa di San Giovanni Battista a Bianconese; la pisside nella chiesa di San Giorgio a Viarolo; il piatto nella chiesa di S.Maria della Steccata a Parma). Purtroppo per nessuno dei pezzi citati è stato a tutt'oggi rinvenuto un riscontro documentario tale da rendere certo lo scioglimento della sigla, che tuttavia attendibilmente può essere riferita a Francesco Capitassi, il cui nome compare sovente nelle carte conservatesi relative all'Arte degli Orafi e degli Argentieri di Parma presso l'Archivio di Stato. Capitassi è citato nello "Stato degli Orefici....esistenti in Parma nel 1787 (ASPR Fondo Commercio, buste 4, fasc. Orefici) come figlio quarantenne di Antonio, anziano titolare della bottega risultando già nel 1783 cancelliere della Corporazione, carica che ricoprì più volte alternandola a quella di cassiere e di anziano, fino al 1805 (anno dll'ultima seduta documentata). Pur riportando lo Stato degli Orefici anche un Francesco Caldera il riferimento del monogramma al Capitassi risulta più verosimile per ragioni cronologiche: nel 1787 Caldera ha già 65 anni e della sua attività non vi è più menzione nei documenti degli anni successivi. Il turibolo di Baselica per quanto gradevole nelle soluzioni formali e decorative, rivela una tecnica esecutiva meno raffinata rispetto ad oggetti quali il servizio di Bianconese dove lo sbalzo risalta per nitidezza e definizione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800366500
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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