Trinità
dipinto,
ca 1720 - ca 1720
Galeotti Sebastiano (1675/ 1741)
1675/ 1741
La tela è collocata entro una semplice cornice di stucco non decorata
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Galeotti Sebastiano (1675/ 1741)
- LOCALIZZAZIONE Fontanellato (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, come gli altri che si inseriscono negli eleganti arredi lignei della sagrestia, venne realizzato in epoca di poco posteriore al 1720, quando l'oratorio venne radicalmente ristrutturato a cura del notaio e Podestà Domenico Bragadini e per interessamento del Conte Alessandro III Sanvitale, come documenta l'iscrizione in controfacciata. In base ai caratteri stilistici ed in particolare al tratto elegante e nervoso, la critica ha tradizionalmente riconosciuto al bel ciclo la paternità di Sebastiano Galeotti, artista di origine e formazione fiorentina sulla quale si innestano i portati del Crespi, del Magnasco e soprattutto del veneto Sebastiano Ricci. Egli fu principalmente pittore di affreschi e decoratore di grandi superfici, ed anche nel periodo del suo soggiorno parmense (1718-1729) si dedicò principalmente a dipinti murali. Tra questi rientra la decorazione di alcune sale del palazzo cittadino dei Sanvitale, sale poste in un'ala che venne rinnovata profondamente proprio nel terzo decennio del secolo per volontà di Alessandro III, che potrebbe pertanto essere il tramite per la commissione delle tele di Fontanellato al Galeotti. Cirillo e Godi (1979) sottolineano come non a caso la Trinità in esame appaia ricopiata, con poche varianti, in un "Miracolo di S. Vincenzo Ferreri" di Pietro Rubini conservato proprio in Palazzo Sanvitale a Parma.Mentre negli affreschi la pittura del Galeotti si connota in senso "chiarista" per i toni estremamente diluiti, quasi da acquerello, nei dipinti su tela presenta toni più decisi e fondi scuri, anche per il colore rosso della preparazione da lui usata. Caratteristica la composizione abilmente orchestrata e tendente alla diagonale, come pure il gioco contrastato delle luci; un dipinto affine a quello in esame, oggi perduto, sarebbe stato realizzato poco prima dal Galeotti per la Trinità dei Rossi a Parma (1719), mentre la figura "quasi rapace" del Dio Padre comparirà più tardi nella "Cena di Emmaus" in S. Maria Maddalena a Genova (cfr. Cirillo/ Godi 1979)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800268058
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0