monumento funebre di Dei Patriarchi Giovanni (sec. XV)

monumento funebre,

L'arca sepolcrale è occupata superiormente dalla lastra, a bassorilievo, con la figura del Santo disteso, con la testa poggiata su di un cuscino ornato con motivo floreale, e con le braccia incrociate sui fianchi. San Colombano è vestito con abiti vescovili con mitra e pastorale. I piedi poggiano su di un libro aperto contenente un'iscrizione mentre le mani sono guantate. Questa lastra è contornata lateralmente da una cornice decorata con un motivo a semicerchi che si sovrappongono su tre registri sfalzati e suilati corti contiene anche un motivo a festone floreale e ghirlanda che inquadra un oculo con il monogramma di Cristo. Il lato frontale dell'arca è occupato da tre formelle quadrangolari con bassorilievi, i due laterali daun rilievo. La parte posteriore, con iscrizione e stemmi della città di Bobbio e d'Irlanda, è una aggiunta posteriore del '900. I tre rilievi dellaparte frontale raffigurano rispettivamente, da destra a sinistra, le seguenti scene: A) San Colombano, ispirato

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • ATTRIBUZIONI Dei Patriarchi Giovanni (notizie 1465-1519)
  • LOCALIZZAZIONE Bobbio (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa arca venne commissionata dai benedettini, che erano subentrati nella conduzione della basilica nel 1448 ai monaci colombaniani, in occasionedella traslazione delle reliquie e dei corpi dei SS. Colombano, Attala e Bertulfo. Come ci riporta anche un documento del 1482 (trascritto dal Cipolla) le reliquie appartenenti al corpo di San Colombano furono collocate "in archa lapidea ad hoc preparata, existente in muro seu pariete muri a parte sinistra altaris sancti Colombani". Dunque l'arca marmorea, opera di Giovanni dei Patriarchi era addossata alla parete e mancava quindi della parte posteriore che risulta essere stata aggiunta nel 1909. Numerose furonole manomissioni che quest'arca subì nel corso dell'Ottocento. Infatti intorno al 1843 il sepolcro fu tolto dalla sua collocazione originaria e venne riutilizzato come altare, al centro della cripta. I rilievi frontali e ilaterali assunsero perciò la funzione di un originale paliotto mentre la lastra con la figura del santo giacente venne invece riutilizzata per chiudere posteriormente l'arca. Questo si evince da un documento conservato presso l'Archivio della basilica di San Colombano redatto nella seconda metàdel XIX secolo in cui si legge: l'urna marmorea fu posta a sostenere la nuova mensa, e coi bassorilievi in cinque scomparti dei quali era adorna fornisce l'arca di un ottimo paliotto sul davanti e sui lati, nella parte posteriore all'altare fu posta, forse per collocarla in luogo meno improprio, la lapide ... nella quale sta inciso il santo a grandezza naturale. Il Bertacchi nel 1859 ricorda anche "una cornice dorata che cinge tutta l'urnae porta scolpita una lunga iscrizione latina che esprime l'investitura fatta da re Agilulfo a San Colombano. Iscrizione questa di cui si è persa ogni traccia ma che fortunatamente è stata trascritta dal Rossetti. Agli inizi del '900 l'arca marmorea fu sottoposta ad ulteriori manomissioni in quanto furono fatti fare i rilievi del lato posteriore e la lastra del giacente venne riutilizzata come coperchio. Sempre intorno al 1910 fu completamente tolta la doratura originaria. Infatti le prime descrizioni della basilica (Rossetti, Stockes, Bertacchi) ci riferiscono di una policromia della superficie marmorea, dove il fondo era dipinto in blu e le aureole dei santi dorate. Che ampie fossero le dorature è dimostrato anche da un preciso e dettagliato contratto stipulato nel 1852 tra il prevosto Carlo Castelli e il doratore milanese Luigi Petrazzini (Archivio della basilica di San Colombano) per ripristinare le originarie dorature andate perdute o assai danneggiate in seguito ai mutamenti ed ai trasporti che l'arca aveva subito.Tracce di questa doratura si rintracciano ancora nel basamento in pietra dell'Arca (oggi riutilizzato come predella dell'altare di Santa Maria Maddalena). Nel Novecento si preferì togliere del tutto la policromia originaria alterando profondamente la superficie originale dei rilievi che oggi risulta molto levigata quasi cerea a scapito della definizione tridimensionale delle figure. L'uso della doratura nei rilievi marmorei ben si collega con le precedenti e documentate esperienze artistiche dello scultore Giovanni dei Patriarchi ricordato negli Annali del Duomo di Milano, negli anni 1465 e 1466, per alcune dorature eseguite per gli ornati delle casse dell'organo del Duomo. La personalità di questo artista risulta ancora poco nota. Un Giovanni dè Patriarchi da Argegno (o Arzegno) viene infatti ricordato nel 1519 per gli studi inerenti al tracciato del canale di Paderno (Beltrami). L'Arca di San Colombano di Bobbio risulterebbe essere pertanto la sua più importante realizzazione scultorea. Seppure il modellato dei rilievi sia stato nel corso dei secoli profondamente manomesso, pure i modi seguiti da questo scultore lo apparentano, più che alla scultura lombarda di Amadeo o del cantiere della Certosa di Pavia, allo stile di alcuni scultoriattardati della Milano della metà del '400. Come l'anonimo realizzatore della lastra tombale di Gabriele Sforza nella chiesa milanese di Santa Maria Incoronata. Seppure quest'opera è senz'altro precedente, siamo infatti verso il 1450, tanto da risultare ancora parzialmente impregnata dello stile gotico internazionale, pure alcune soluzioni artistiche, come il trattamento della veste del defunto o il cuscino decorato da piccole formelle entro le quali è inscritto un fiore, risultano assai simili. Siamo comunque di fronte all'opera di uno scultore che è in grado di riutilizzare ampiamente anche il repertorio classico, come nel trono papale della consegna dell'idria, e partecipa quindi di quel clima erudito e classicistica della Milano dell'ultimo quarto del XVI secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800237180
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ISCRIZIONI sul libro aperto posto ai piedi del santo - NE QUAQUA EX HIS/ COMEDITIS NISI/ QUOS DIMISISTIS/ VENERINT TANTA PISCIUM -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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