candelabra e grottesche

piatto, 1508 - 1508

Piatto in maiolica policroma. All'interno la decorazione si sviluppa sull'intera superficie e reca al centro un motivo a candelabra da cui si dipartono con effetto speculare grottesche con ippogrifi, arpie e putti raccordati da cornucopie e festoni; ai lati e in basso targhette con iscrizioni; dipinto in turchino, arancio, giallo, verde, nero, violetto. All'esterno vi sono triangolazioni riempite da segmenti blu e arancio sul fondo e nella tesa ampie embricazioni arancio disposte su due file contenenti serie di segmenti blu semplici nel giro inferiore e segmenti blu circondati da monticelli in quella superiore, prossima al bordo

  • OGGETTO piatto
  • MATERIA E TECNICA maiolica/ smaltura stannifera/ pittura
  • MISURE Diametro: 26.9 cm
    Altezza: 4.6 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Faentina
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
  • INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Con ogni probabilità il piatto proviene dal mercato antiquario, in quanto acquistato, dietro finanziamento del Ministero dell'Istruzione Pubblica, presso il collezionista modenese Giuseppe Giusti dall'Accademia di Belle Arti di Modena integrata alla Galleria Palatina (oggi Estense) (Asioli F. 1872). Ascritto negli inventari alla manifattura faentina, fu pubblicato dal Venturi che ne evidenziò l'alta qualità e lo accostò ad un altro piatto, anch'esso faentino e datato al 1508, della Collezione Fountaine (oggi al Metropolitan Museum di New York). La critica posteriore ne precisò l'appartenenza alla fase iniziale dello "stile bello faentino", considerandolo un prototipo del genere "a grottesche" derivato graficamente da incisioni del Duree e da nielli di Pellegrino da Cesena, divulgato a Casteldurante da Zoen Maria vasaro faentino (Liverani G. 1939, Liverani G. 1941). Per questo motivo, si attribuì al maestro anche questo esemplare (Victoria and Albert Museum. Department of ceramics 1940), negli anni della sua attività durantina (Bellini M./ Conti G. 1964), ma tali ipotesi vengono smentite dalla critica più recente che ne ribadisce la paternità faentina (Liverani F. 1979; Ravanelli Guidotti C., Le ceramiche della Galleria Estense, Colloqui sulle antiche raccolte estensi (Per un Museo Immaginario Estense), 21 maggio 1987, c.s.). Questa è confermabile anche in base alla decorazione dell'esterno, simile a quella di altri pezzi dei primi decenni del XVI secolo. Sul piano stilistico, si connota come opera di un maestro dotato di eccezionale qualità scenica e pittorica, che ricrea i modelli grafici rinascimentali (desunti anche dal repertorio di Nicoletto da Modena) con potente incisività, con raffinata armonia cromatico-compositiva e con accenti espressi carichi di ironia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800229219
  • NUMERO D'INVENTARIO inv. 2005
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2012
  • ISCRIZIONI sulla tesa, in basso entro targhetta - 1508 - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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