stemma gentilizio della famiglia Gambara di Brescia

tagliere, 1507 - 1507

Tagliere in maiolica policroma. Il piatto, con basso cavetto ed ampia tesa (tagliere), reca al centro del cavetto uno scudo con nastro a serpentina e con stemma della famiglia Gambara di Brescia; il cavetto è circondato da una piccola fascia con motivo "a perle" e un'altra più ampia ornata in soprabbianco; sulla tesa con resa da piccole fasce a nastro corrente ed a ovoli, si dispone un finissimo motivo a grottesche con libri e cartelli con iscrizioni; troviamo anche festoni, cornucopie, gru, aquila, delfini, mani che si stringono; dipinto in turchino, bianco, giallo, verde, arancio e violetto. All'esterno nel cavetto abbiamo una stella stilizzata a tocchi di pennello e nella tesa petali ottenuti da pennellate a segmenti; fascia all'orlo e sul piede; dipinto in turchino e arancio

  • OGGETTO tagliere
  • MATERIA E TECNICA maiolica/ smaltura stannifera/ pittura
  • MISURE Diametro: 27.4 cm
    Altezza: 4.3 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Faentina
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
  • INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Con ogni probabilità il tagliere proviene dal mercato antiquario, in quanto acquistato, dietro finanziamento del Ministero dell'Istruzione Pubblica, presso il collezionista modenese Giuseppe Giusti dall'Accademia di Belle Arti di Modena integrata alla Galleria Palatina (oggi Estense) (Venturi A. 1883). Ascritto negli inventari ottocenteschi ad una fabbrica di Pesaro, fu pubblicato dal Venturi (1883) che lo assegnò alla manifattura faentina. Tale affermazione trovò conferma univoca nella pubblicistica successiva, che ne precisò l'appartenenza al periodo iniziale dell'ornato a grottesche nell'ambito dello "stile bello" faentino e stringenti affinità con una fiasca della Collezione Strozzi di Firenze, già dei Sacrati di Ferrara (Liverani G. 1942). Più recentemente, sono stati avanzati altri accostamenti con un tagliere a Londra (Liverani G. 1979) e con un piatto alla Baltimor Walters Art Gallery (Ravanelli Guidotti C., Le ceramiche della Galleria Estense, Colloqui sulle antiche raccolte estensi (Per un Museo Immaginario Estense), 21 maggio 1987, c.s.). L'opera si connota per la sua importanza documentaria, in quanto prototipo ispirato dal repertorio umanistico di una produzione a grottesche su fondo turchino che avrà ampia diffusione nella prima metà del XVI secolo e per gli intrinseci valori estetici evidenziati dalla finissima eleganza grafico-pittorica che si dispiega nel ricco apparato figurativo. La decorazione sul verso trova riscontri con esemplari al Louvre (Giacomotti J. 1974) e a Bologna (Ceramiche occidentali 1985), per citare solo alcuni esempi, che ne confermano ulteriormente la paternità faentina
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800229218
  • NUMERO D'INVENTARIO inv. 2006
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2012
  • ISCRIZIONI sulla tesa, entro cartelli - 1507 [ripetuto tre volte] - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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