Ercole che fila e Onfale. Ercole che fila e Onfale

dipinto, ca 1640 - ca 1642

La pittura murale mostra Ercole costretto, per punizione, a fare lo schiavo della regina Onfale di Lidia. Onfale lo dileggia e lo costringe fare lavori femminili come filare la lana, mentre lei indossa la sua pelle di leone

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • ATTRIBUZIONI Boulanger Jean (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale di Sassuolo
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
  • INDIRIZZO Piazzale della Rosa, 19, 41049 Sassuolo MO http://www.gallerie-estensi.beniculturali.it/palazzo-ducale/, Sassuolo (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ercole che fila e Onfale - La Camera dell’Amore dichiara la particolare declinazione con cui è affrontato il tema della passione amorosa fin dal riquadro di Jean Boulanger, al centro della volta. Ma osserviamo in dettaglio la scena con «Ercole che fila e Onfale». Onfale è la mitica regina della Lidia, amata da Eracle, una regina che, come l’oracolo di Delfi aveva predetto lo avrebbe reso suo schiavo. In questa versione del mito, Eracle, in abiti femminili, fila la lana accanto alla regina, la quale si è rivestita della pelle di leone dell’eroe e brandisce la sua clava. Narra Apollodoro (2.6, 3) che l'accordo con la regina, della quale Ercole divenne l’amante, condusse l’eroe ad atteggiamenti sempre più effeminati tanto che prese a vestirsi e a ornarsi come una donna ed imparò a filare. Il carattere essenziale di questa scena è lo scambio degli attributi: Onfale indossa la pelle del leone nemeo e regge la clava, mentre Ercole gira con la mano il fuso. Tale soggetto, mai trattato nell’arte della Grecia classica, forse perché propone l’eroe in una luce sfavorevole, lo si ritrova nell’iconografia ellenistica. I pittori rinascimentali e soprattutto barocchi lo usarono per illustrare il dominio della donna sull’uomo, o meglio, la superiorità del “femminile” sulla forza bruta. Di tutto ciò parla Boulanger, per immagini, quasi alla maniera dei versi del Tasso della Gerusalemme liberata, a parere dello storico Giuseppe Fabrizi (Sposizione delle pitture in muro del ducale palazzo nella nobil terra di Sassuolo, grandiosa villeggiatura de' serenissimi principi estensi ,1784, pp. 27-28) la fonte ispirativa della scena. Cita il Fabrizi, per l’appunto, le parole del canto decimosesto, terza ottava, versi dai quali, come appariva giustamente a lui evidente, era stata generata la scena: «Mirasi quì, fra le Meonie ancelle,/Favoleggiar con la conocchia Alcide./Se l’inferno espugnò, resse le stelle,/Or torce il fuso; Amor se ’l guarda, e ride./Mirasi Jole con la destra imbelle,/Per ischerno, trattar l’armi omicide:/E in dosso ha il cuojo del leon, che sembra/Ruvido troppo a sì tenere membra.». Ma il Tasso, come capita agli umani, era incorso in errore scambiando Onfale con Iole. Come si sa gli errori sono virali. I versi restano comunque adattissimi, nonostante lo scambio di persona. Ma ciò che più conta è che Boulanger non poteva meglio rappresentare la scena in cui ha collocato un Ercole che siede placido nell’atto di filare mentre un piccolo Amorino lo aiuta a calzare un’elegante scarpetta di Onfale, la quale è troppo poco adatta per la dimensione del suo possente piede
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800199016
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Ducale di Sassuolo - Gallerie Estensi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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