Madonna in trono con Bambino, San Girolamo e Sant'Agostino

dipinto, 1510 - 1519

Tonalità generali brune e scure alterate dalla conservazione e dai ritocchi. Su trono monumentale architettonico a nicchia centinata, adorno di tarsie di marmi bruni e chiari e di profilature dorate, siede la Madonna con il Bambino sulle ginocchia, ignudo e lattante. La Vergine indossa una tunica rosata e un manto, verde cupo con tratti di azzurro, che le copre anche il capo. Ai lati del trono, appoggiati ad un pavimento di quadroni rosati, sono Sant'Agostino con un libro, pastorale, tonaca verde cupo, piviale rosso soppannato di giallo e ,ai piedi la mitria gialla e bianca, a destra; a sinistra San Girolamo in saio da frate bruno nocciola, con il libro chiuso in mano e il leone accucciato ai piedi insieme al rosso cappello cardinalizio. Nella base del trono, entro uno scudo, è uno stemma gentilizio listato in oro, delle famiglie Rangoni e Pico. Oltre il trono, è una siepe verde con frutta disposta a pergolato; nel fondo cielo grigiastro, a tratti rosato. Semplice cornice a listello incavato di legno dorato

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
  • INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, ignoto nelle vecchie fonti e per provenienza, ricevette notorietà in occasione del riordino della collocazione dei dipinti della Congregazione di Carità con l'attribuzione e riferimenti a scuola modenese o ferrarese tardo quattrocentesca, poi personalizzata come lavoro del Garofalo (G. Nascimbeni, 1920; S. Bonetti, 1920; L. Chellini e Pancaldi, 1926). Questi autori, a suffragare l'ipotesi, riportarono un passo della Cronaca Modenese di G. B. Spaccini del 1614, menzionante l'esistenza in S. Agostino di una tavola del Garofalo, prima nella cappella laterale a destra poi sull'altare maggiore, dipinto che conteneva la figura di S. Agostino titolare della chiesa e che appare appunto in questo quadro. La presenza degli annessi della Chiesa di S. Agostino dell'opera fu interrotta fino al suo recupero per la quadreria della Congregazione di Carità. Lo stemma fu decifrato esattamente da G. Nascimbeni per quello delle famiglie Rangoni e Pico e deve riferirsi al matrimonio avvenuto nel 1524 tra Claudio Rangonie Lucrezia Pico. Un'analisi confacente dell'opera, allo stato attuale delle sue condizioni conservative, è assai difficile. L'impianto strutturale deriva dal prototipo mantegnesco utilizzato anche dal Correggio, evidente nel fondo della siepe di frutta e verdura. L'opera deve essere assegnata ad artista emiliano di estrazione mantegnesca, più propriamente un ferrarese o un artista di cultura modenese; pertanto va scartata l'attribuzione al Garofalo. Un richiamo alla scuola lombarda, sempre mantegnesca, può essere rivolto alla produzione di Antonio da Pavia (1528) per il riferimento alla sua Madonna in trono e Santi del Museo del Palazzo Ducale di Mantova
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800194291
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nella centina del trono - CARMINA[---] - a pennello -
  • STEMMI alla base del trono - familiare - Stemma - Rangoni Pico - illeggibile dalla foto
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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