martirio di San Lorenzo

dipinto, 1790 - ca 1799

San Lorenzo, vestito di una ricca dalmatica damascata (con una rappresentazione di un Santo-Profeta posto in un medaglione circolare), è posto in primo piano ed occupa gran parte della composizione. E' raffigurato inginocchiato sulla graticola con le braccia aperte in diagonale e lo sguardo rivolto al cielo a ricevere la corona e la palma del martirio da un puttino alato. Attorno a lui si agitano tre nerboruti carnefici . Uno, a sinistra, con l'armatura, in procinto di accendere il fuoco; gli altri due (a destra) afferrano il Santo alle spalle e lo minacciano con una lancia. La scena è scandita in secondo piano da una quinta architettonica dall'andamento curvilineo dietro la quale, sulla destra si intravede parte della facciata di una chiesa con rosone e statua sul culmine. I colori sono resi più brillanti ed accesi ma anche appesantiti dalle recenti ridipinture: sui bruni ed i rosati degli incarnati risaltano l'azzurro del cielo, il rosso della dalmatica ed il bianco della veste del Santo

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • LOCALIZZAZIONE Gazzola (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il sacerdote Don Faustino Raffi nel Registro di Stato Patrimoniale (1938-1959) cita il dipinto ma non fornisce ulteriori notizie. E' riferibile ad un pittore emiliano operante alla fine del sec. XVIII, in epoca contemporanea o di poco posteriore all'ancona marmorea che lo racchiude. L'iconografia di San Lorenzo raffigurato un attimo prima del martirio è preferibile a quella, altrettanto diffusa, del Santo nudo già sdraiato sulla graticola. La composizione è realizzata con una certa abilità, dimostra anche nel segno e nell'uso della linea e del chiaro-scuro. L'autore mostra una cura minuziosa nella resa delle vesti, specie della dalmatica rossa damascata. Prescindendo dalle differenti dimensioni, il quadro è confrontabile con una serie di nove dipinti raffiguranti stazioni della "Via Crucis" nella chiesa di Rivalta (località presso Gazzola) pure riferiti a pittore emiliano della seconda metà del sec. XVIII. Simile è il rapporto pieni-vuoti, la gestualità, la ricerca espressionistica nei volti dei personaggi, il fare disegnato e levigato. Riferimenti assai pertinenti si trovano anche nei dipinti del pittore cremonese Angelo Massarotti (1645-1723). Tale artista, dopo essere stato allievo di A. Bonisoli, si recò a Rome dove frequentò la scuola cortonesca di C. Cesi. Anche l'insegnamento del Maratta incise fortemente su di lui ed una volta tornato a Cremona, sfruttò le proprie esperienze per rinvigorire il manierismo locale (cfr. A. Puerari, Mostra di antiche pitture dal XIV al XIX secolo, Cremona 1948; A. Puerari, La Pinacoteca di Cremona, Cremona 1951). Simile è il gusto per la scenografia, la modellazione delle forme ed il realismo di espressione patetica. Il dipinto ha subito un intervento di restauro (1985 ?) (comunicazione orale di Don Enrico Raimondi 30/03/1990) ad opera del signor Mino Gatti. Ampie e pesanti ridipinture si leggono soprattutto nell'azzurro del cielo, nella figura del puttino alato, nei volti dei personaggi, nella veste bianca del Santo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800160999
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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