candeliere d'altare, serie di Barbieri Domenico (sec. XVIII)

candeliere d'altare,

Base a sezione triangolare svasata poggiante su piedi a ricciolo e definita lungo i profili da nastri piatti con andamento a voluta, arricchiti inferiormente da cherubi quasi a tuttotondo; nelle facce sono cartouches a fondo brunito includenti rispettivamente le figure intere di S. Bernardo, dell'Assunta e di S. Pietro a mezzotondo. Un elemento a mensola raccorda la base al fusto, risolto nella successione di due nodi, uno a lampione con valve di conchiglia e cherubi, l'altro a balaustro segnato da scanalature, fogliette e volute

  • OGGETTO candeliere d'altare
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
    argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura
  • ATTRIBUZIONI Barbieri Domenico (1705/ Notizie Fino Al 1790)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fin dal 1737 la Fabbrica della Cattedrale manifesta l'intenzione di realizzare sei candelieri d'argento e a tal scopo stringe accordi con Stefano Barbieri, visionando il modello ligneo realizzato dall'intagliatore Giulio Seletti ( Ordinazioni della Fabbrica, gennaio-marzo 1737; Mandati b.15, 1737/10/07); tuttavia la commissione non ha compimento, ed è solo nel 1742 che il progetto viene ripreso a seguito del lascito testamentario del canonico Pietro Abati , destinato anche alla realizzazione di una muta di candelieri d'argento per l'altare di S. Bernardo di cui egli era stato deputato. Anche se tale lascito fu in realtà utilizzato per altri fini, i fabbriceri rispettarono comunque le volontà del testatore, incaricando Domenico Barbieri, figlio di Stefano, di realizzare i sei candelieri con disegno tale che "essi possano servire anche per l'altare grande sotto Confessione e per l'altare Maggiore di sopra"; dopo la trattativa sul prezzo, con riferimento a quella già condotta col padre, la Fabbrica si accorda per l'esecuzione a lire quattro e denari quindici per ogni oncia lavorata, fornendo un cospicuo capitale d'argento sotto forma di vecchi arredi ( Ordinazioni della Fabbrica, maggio-giugno 1742). A collaudo avvenuto il Barbieri viene saldato in data 26 ottobre 1743 con un compenso di Lire 2758 e soldi 10, cui si aggiungono Lire 100 "per mancia ai lavoranti e ramieri della sua bottega che hanno travagliato per li candelieri" (Registro Mandati F 23). Nel 1754, contestualmente alla commissione allo stesso Barbieri di due reliquiari per l'Altare Maggiore (cfr. scheda SPSAE PR 00148761), la Fabbrica gli ordina altri sei candelieri d'argento, che gli inventari settecenteschi successivi registrano come in serie, ma di minori dimensioni, con quelli realizzati nel 1742 (si utilizzarono allo scopo "quattro Guglie antiche d'argento", Ordinazioni della Fabbrica, 1754/08/12).La bella serie di candelieri, oggi drasticamente ridotta da dodici a tre esemplari, rappresenta una delle poche opere documentate di un argentiere tra i più attivi e qualificati della Parma settecentesca, le cui opere, riconoscibili per la presenza del punzone DB spesso affiancato dal marchio di bottega del cavallino in corsa, sono in genere prive di memorie documentarie; i pezzi in esame confermano l'alto livello qualitativo di questo artefice, caratterizzandosi per una sinuosità di linee e leggerezza decorativa rococò un pò inconsueta nell'ambito di una produzione di gusto sì barocchetto nella foggia e negli elementi lessicali, ma in genere connotata da regolari impaginazioni. Del resto le scelte rococò sono consone alla datazione precoce: il lavoro appartiene infatti agli esordi di Domenico Barbieri, che forse potè prendere spunto dal modello già predisposto per questa commissione dal padre, ma che si rivela comunque interprete già maturo e dotato ( si vedano in particolare le belle figure della base, dal trattamento libero e sicuro)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800148772
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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