leggio d'altare di Bonani Alessandro (attribuito) (sec. XVIII)

leggio d'altare, post 1766 - ante 1780

Il leggio, poggiante su piedini appena sagomati, presenta struttura lignea rivestita da velluto di seta cremisi, su cui si adagia una decorazione a giorno in lamina d'argento controfondata da lamina di rame brunito e dorato. Nel lettorile, a profilo mosso, campeggia al centro un ovato con tre cherubi a mezzotondo contornato da rami d'alloro e palma intrecciati; intorno è un gioco di volute fitomorfe, valve di conchiglia, pendoni, arricchito da borchie a corolla dorate e da due cherubi quasi a tuttotondo anch'essi dorati. Motivi analoghi decorano il frontale fermalibro, dove al centro è lo stemma gentilizio della famiglia Pisani sorretto da due angioletti a mezzotondo, sormontato da galero vescovile e corredato da una mitria e pastorale. Un motivo a treccia segna la struttura di base che nella mantovana ripropone il gioco decorativo a volute fitomorfe.Custodia lignea rivestita in cuoio marrone

  • OGGETTO leggio d'altare
  • MATERIA E TECNICA argento/ laminazione/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura
    LEGNO
    rame/ battitura/ doratura
    seta/ velluto
  • ATTRIBUZIONI Bonani Alessandro (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 28 maggio del 1780 Alessandro Pisani, Vescovo di Piacenza dal 1766 e già Arcidiacono presso la Cattedrale di Parma, donava al Capitolo, "un lettorino di lastra d'argento lavorata a cisello con fiori dorati insieme con la custodia di Sagrino rosso" che è, ad evidenza, da identificarsi con quello in esame. Puntualmente registrato negli inventari a partire da quello del 1790, il leggio rivela un gusto di transizione, conservando una linea mossa e un lessico decorativo tipicamente barocchetto riccamente declinato, in cui tuttavia prendono una netta rilevanza motivi di ispirazione neoclassica, come la cornice dell'ovato centrale perlinata, caratteristicamente avvolta da un nastro che la sospende a una borchia, i pendoni e i rami d'alloro, seppure ancora naturalisticamente trattati. Le considerazioni stilistiche fanno propendere per una datazione del pezzo, ovviamente posteriore alla nomina vescovile di Pisani, all'ottavo decennio del secolo, a ridosso dell'anno documentato di donazione. Forti sono le assonanze tra le scelte decorative di questo pezzo e quelle del calice, di cui allla scheda SPSAE PR 00148751, analogamente donato da Pisani alla Cattedrale e opera punzonata di Alessandro Bonani (si vedano gli ovati appesi a borchie, i rami d'alloro e palme, gli angioletti). E' dunque ipotesi più che attendibile che anche per il leggio il donatore si sia rivolto alla stessa bottega parmense, tra le più note in ambito locale, la cui produzione appunto si connota per un barocchetto ibridato da spunti neoclassici, che nelle opere mature si svilupperanno in scelte rigorose e consequenziali. Il leggio fu restaurato nel 1809 dall'allora orafo di fiducia della Fabbrica, Francesco Capitassi, il quale forse intervenne soprattutto sulla struttura di base, in cui il motivo a treccia pare discostarsi per trattamento della superficie dal resto dei decori.Si tratta di un oggetto di notevole interesse, purtroppo in stato conservativo non ottimale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800148762
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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