Sant' Antonio Abate, San Luigi Gonzaga e San Francesco

dipinto,

Entro una nicchia con ai lati paraste scanalate sono raffigurati tre santi. Al centro Sant'Antonio Abate, con lunga barba bianca e abito bianco e nero dell'ordine, solleva una mano al cielo e con l'altra si appoggia ad un bastone. A destra vi è San Francesco, con saio bruno, libro in grembo e occhi rivolti verso il basso. A sinistra è invece raffigurato San Luigi che stringe in mano un giglio bianco e volge lo sguardo allo spettatore

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Affanni Ignazio (1828/ 1889)
  • LOCALIZZAZIONE Corniglio (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è in non eccellenti condizioni conservative, con varie cadute di colore e scadimento della pellicola pittorica soprattutto nella parte bassa, come si vede chiaramente dalla fotografia (si segnala per il restauro). Si tratta di una pala notevole assegnabile alla mano di Ignazio Affanni, pittore parmense di cui si hanno notizie dal 1828 al 1889. "Notevole pala" è proprio la locuzione usata anche da Giuseppe Cirillo e Giovanni Godi nella loro guida all'arte parmense (1986, pag. 206) dove viene datata al decennio 1860-70, ossia nel periodo di piena maturità del pittore. In realtà si può forse retrodatare l'opera di alcuni anni, all'epoca della realizzazione del dipinto "Bramante presenta Raffaello a Giulio II" (Galleria Nazionale di Parma, inv. 496) che vinse il concorso accademico dell'Accademia delle Belle Arti per il pensionato artistico del 1859 a Firenze. Il viso del nostro Antonio Abate è infatti pressoché il medesimo di papa Giulio Della Rovere nel dipinto parmense. Il dipinto di Roccaferrara pare infatti ancora intriso di quell'accademismo che poi, durante gli anni fiorentini sarà sciolto in forme più morbide e luministiche (Godi G., 1974 pagg. 50,74-75; R. C., 2001, pagg. 146-47).La paternità certa del dipinto si evince grazie ad un bozzetto firmato, dove non compaiono comunque San Luigi Gonzaga e San Francesco ma il solo Antonio Abate, conservato presso la collezione Zanardi di Fontanellato (Cirillo Godi 1986, pagg. 206-207). Il santo, solitario, è qui inserito nella medesima nicchia con mosaico nell'abside - raffigurante Dio Padre, la colomba dello Spirito santo e santi intorno - e presenta lo stesso sguardo severo accompagnato dal medesimo braccio destro alzato al cielo anche se qui tiene stretto un piccolo crocefisso poi scomparso nel dipinto di Roccaferrara. L'olio su tela, si impone con una monumentalità delle figure davvero ragguardevole e i colori sono stesi con una attenzione controllata memore anche dei ricordi della lezione del suo maestro Francesco Scaramuzza (1803 - 1886). Si tratta comunque di uno dei rari dipinti qualitativamente buoni conservati ancora oggi nelle chiese dell'Alta Val Parma, nella loro sede originaria. A questo proposito va segnalato che la chiesa dove è conservata quest'opera è sita a Roccaferrara superiore, un borgo ora disabitato per la maggioranza dell'anno e che quindi andrebbe tutelata meglio anche per questioni di sicurezza. Ignazio Affanni (Parma 1828 - Fidenza 1889) è allievo dello Scaramuzza all'Accademia di Parma e nel 1859 vince appunto un periodo di pensionato a Firenze. Realizza soprattutto opere di soggetto storico e biblico, denotando un gusto accademico e moderato. Sue opere sono presenti, come visto, anche alla Galleria Nazionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800143348
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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