architettura illusionistica con grottesche, putti ed allegorie
La volta è divisa in quattro vele da costoloni decorati da teorie di medaglioni in metallo dorato alternati a ghirlande di frutta e fiori che si uniscono nel centro in un rosone a sbalzo. Lungo i costoloni corrono fasce ornate da preziose grottesche costituite da visi di cherubini entro volute a conchiglia (nella zona centrale) e ovati simili a cammei con immagini allegoriche (due per ogni fascia, ai lati dei cherubini). Nelle quattro vele, abbarbicati ad una balaustra circolare interrotta soltanto dai fregi delle fasce appena descritte, l'immagine di un angelo musicante con abiti svolazzanti, visto di sotto in su. Se nella composizione predominano colori squillanti (oro, verde, azzurro), l'arcata che accompagna la volta è caratterizzata da fregi a serpentina e a greca a monocromo su cui spiccano le immagini di due cariatidi poste alla base in compagnia forse di un giovane (?)
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Mazzola Bedoli Girolamo (1500 ?/ 1569 Ca)
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ricordava il Donati che, "tutta la volta ed il catino del coro...lavoro abbenché fatto con grande studio" dal Bedoli, non suscitava l'effetto che doveva, dal momento che troppa era la vicinanza con una delle migliori opere correggesche (1824, p. 20), che schiacciava uno dei più sfarzosi esempi decorativi del tempo (Testi 1934, pp.104-105). Proprio la volta però, commissionata insieme al catino absidale a Girolamo il 5 aprile 1538 (vedi scheda n. 639), dopo essere stata lasciata incompiuta dallo stesso Correggio nel 1530 e poi nel 1536 dal suo allievo Giorgio Gandini del Grano (in L. Pungileoni, Memorie istoriche di Antonio Allegri detto il Correggio, Parma 1817, p. 214; M. Mattioli, Girolamo Bedoli, estratto da "Contributi dell'Ist. di Storia dell'arte medioevale e moderna, Milano 1972, p. 94; E. Riccomini, La pittura in Emilia, in La pittura in Italia. Il '500, Milano 1988, I, p. 241; E. Diana, scheda in La pittura in Italia. Il '500, Milano 1988, II, p. 766) e forse compiuta dopo l'abside con il "Cristo in Maestà" (scheda n. 639; M. Di Giampaolo, Girolamo Mazzola Bedoli 1500-1569, Firenze 1997, pp. 17-18 e sgg.), manifestava una "maggior pratica nella maniera di dipingere a fresco" del pittore viadanese (Donati 1824, p. 20). Infatti, nella volta della tribuna contornata dall'arcata decorata a monocromo, si ritrova un artista ormai manieristicamente impegnato nella rielaborazione di motivi avvertiti in precedenza: così a suggestioni ancora mantegnesche intervallate da precisi rimandi alle grottesche di Palazzo Té a Mantova, si alternano memorie correggesche già filtrate da Lelio Orsi a Novellara e ricordi squarcioneschi individuabili nei festoni, nelle ghirlande di frutta e fiori, o nei tondi con busti nella parte inferiore della balaustra. Le figure scorciate e viste da sotto in su degli angeli musicanti, con abiti svolazzanti, si ispirano nettamente a quelli correggeschi della cupola, come pure è da ricollegarsi all'Allegri la stessa scelta di posizionarli all'esterno di una balaustra. Certamente agli angeli di Bedoli manca la morbidezza fluida ed aerea posseduta dagli esseri divini di Correggio, ma il suo è un manierismo lucido e prezioso che punta tutto sull'artificiosità delle composizioni in cui il lussureggiare dei motivi e degli ornamenti (candelabre, medaglioni, cammei, etc.) costruiscono un complesso gioco, quasi fossero parte di raffinati intarsi marmorei. Per il Bedoli si veda anche la scheda n. 484
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142567
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI in un cartiglio nell'arcata verso la navata - CANET ENIM TUBA ET MORTUI RESURGENT - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0