Mosè e il serpente di bronzo

dipinto,

Al centro della scena la figura terribile di Mosè che indica con una verga un albero a cui è avvinghiato un enorme serpente: intorno a lui, a terra, o in atto di sfuggire alla spaventosa pioggia di serpenti, una folla di personaggi

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Samacchini Orazio (1532/ 1577)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alla morte del Bedoli (1569), i lavori del transetto settentrionale, la volta, le lunette ed i catini delle due absidi erano rimaste incompiute. Fu così che l'impresa (prima del Bedoli affidata nel 1522 al Parmigianino, che l'abbandonò per recarsi a Roma, e poi al Rondani, morto però nel 1550), venne commissionata al pittore bolognese il 3 agosto 1570, esattamente un anno dopo la scomparsa del Bedoli. Come si legge nel contratto, il Samacchini (si cfr. anche I. Affò, Vita del graziosissimo pittore Francesco Mazzola detto il Parmigianino, Parma 1784, p. 32) avrebbe dovuto affrescare e dorare la grande crociera (scheda n. 555) ed i due catini sottoposti per 310 scudi d'oro (vedi Pittura in Italia. Il Cinquecento, II, pp. 831-832). Per realizzare l'opera parmense sappiamo che il Samacchini non concluse la decorazione di S. Abbondio a Cremona, come dimostrano i pagamenti versati in due parti diverse con un intrevallo di quattro anni (G. Cirillo-G. Godi 1982, p. 44). Il 5 ottobre 1576 il bolognese incassa 25 scudi d'oro per l'operazione ripresa nei due catini absidali, altrettanti il 18 ottobre dicembre "pro pretio duorum Cherubinorum ab eo emptoru computata conducta, ac etia computata ejus mercede ponendi in opere pro ut possit in dicta ecclesia". Il 13 gennaio 1577 Samacchini ottiene 50 scudi "ad bonu computu pingendi, pro ut pinxit Cruceria, et duas Nichias in parte, et in parte ad computu ponendi in opere, pro ut posuit in dicta pictura tot Folios Auri ad ratione unius Scuti pro quolibet centenario folioru Auri in opera positoru". Infine, il 24 maggio, appena qualche giorno prima della sua partenza da Parma (avvenuta il 12 giugno), riceve 57 scudi ed una mancia "pro integra et completa ejus mercede pingendi, pro ut pinxit Cruceria et duas Nichias ac et pro omni eo, et toto quod ipse petere posset dicta de Causa, et dependentia ab ea" (tratti da Notizie diverse...Ms.Parm. 1599, presso Biblioteca Palatina, cc. 245-247). La scena con "Mosè ed il serpente di bronzo", come pure quella rappresentante "Mosè che fa scaturire l'acqua dalla Roccia" (scheda n. 576), sono per il Testi "opere che tendono troppo al decorativo, inferiori al valore notevole dell'artista" (Testi 1934, p. 110): ma le ariose e lussureggianti ambientazioni pensate dal Samacchini sono già in qualche modo presenti in un riquadro realizzato dal bolognese per Sala ed in due centrosoffitti nelle Rocca di S.Secondo (G. Cirillo-G. Godi 1982, p. 45). Del tutto samacchiniana è anche la tipologia dei personaggi: soprattutto quelli barbuti che ricodano impressionatamente, oltre al "Giove Tonante" di Sala, il "Dedalo" presente in una stanza a pianterreno di Palazzo Vizzani-Sanguinetti a Bologna ed i "Profeti" della chiesa cremonese di S. Abbondio, lavoro del Samacchini che, come detto, precede direttamente questo parmense
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142532
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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