Figura femminile rivestita da un abito vaporoso con nodo sotto il petto, che presenta, nella mano destra, un turibolo accasciato a terra, mentre risulta mancante della mano sinistra. Il piede destro poggia su di una base di colonna che presenta nelle divisioni del basamento delle iscrizioni in lettere greche: KO INA / BEPNAP O /....(?)

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Collini Bernardo (1769/ 1803)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua, forse rappresentazione della "Fede", e firmata con caratteri greci sulla base della colonna che le è accanto, appartiene ad un gruppo di sculture (sei femminili, le "Virtù" e due maschili, "Santi Vescovi", descritte queste dal Bertoluzzi nella Cappella Montini come "ormai cadenti" e "tanto prive di merito che miglior consiglio sarebbe stato riformarle", 1830, p. 24) di stucco poste a coppie all'interno delle nicchie presenti rispettivamente nella Cappella dell'Assunta (transetto superiore sinistro, schede nn. 569 e 577); in quella di S. Fermo (transetto superiore sinistro, schede nn. 587 e 594); in quella di S. Giovanni Calibita (transetto superiore destro, schede nn. 652 e 657). Lo Scarabelli ricordava, a proposito delle due statue poste nella Cappella di S. Paolo (prima dell'Arcangelo Michele e di S. Giovanni Calibita, nonché altare del Popolo, vedi sched n. 654), la "brutta mostra" fatta agli occhi del visitatore di quelle due opere eseguite dallo scultore parmigiano Bernardo Collini (in Materiale per una guida..., c. 65 r.). Poche le notizie relative al Collini (attivo negli anni 1783-1798; "morto a Treviso nel 1803 d'anni 34", come appuntava lo Scarabelli), il quale sappiamo essere stato allievo prima del Peroni e poi dello Sbravati. Le fonti, ricostruendo la sua vicenda artistica, non riservano mai un posto di rilievo a queste statue ma si soffermano soprattutto sui numerosi riconoscimenti a lui assegnati dalla locale Accademia di Belle Arti (vedi presso Archivio Accademia di Belle Arti di Parma, Atti I, anni 1770-1793): nel 1783 è suo il premio per un nudo "di plastica" e per un disegno di composizione raffigurante "L'Incontro di Ettore ed Andromaca" da eseguire successivamente in terracotta, come pure sarà di nuovo suo il premio nel 1786 per un altro disegno di nudo (Lasagni 1999, II, p. 123). Il Donati riferendosi proprio alle nostre "statue di stucco che si trovano nelle nicchie di detta cappella (S.Fermo)", le indicava come di certo "i primi lavori dello scultore Bernardo Collina parmigiano, eseguite nel 1792" (p. 22, con note denigratorie di Scarabelli che le parafrasa "e ben si vede", nell'ed. custodita presso la Sopr. di Parma e Piacenza). Le figure risentono nel complesso di un certo classicismo assai lezioso, molto ben avvertibile nel ricco panneggio delle vesti che avvolge nelle sue spire il corpo femminile come pure nella vaporosa resa dei capelli, divisi in ciocche perfettamente ricadenti (scheda n. 657) o nelle definizione della criniera del leone ai piedi della presunta "Fortezza" (scheda n. 577). Anche se tutte e sei risultano ancora allo stato attuale fortemente danneggiate, e la "Statua di Santo Dottore " (scheda n. 664) è del tutto scomparsa, nella serie si può rintracciare una certa sintonia di stile con le forme aggraziate ed eleganti delle "Beatitudini", anch'esse in stucco e poste all'interno di nicchie nella chiesa cittadina di S. Antonio, realizzate nello stesso giro d'anni da Gaetano Callani (cfr. M. Pellegri, Boudard statuario, Parma 1976, p. 168). Il Collini, proprio come il Callani, ha cercato di far rivivere in loro, sotto un velo soffuso di grazia settecentesca, lo spirito rinato della Grecia classica (elemento questo sottolineato già nel fatto stesso di firmarsi "alla greca") unito però al furore barocco. La precedente schedatura (Bardini 1974), non tenendo conto dell'evidente firma posta proprio sul basamento di questa statua, le attribuiva a Giovanni Battista Collina (Parma 1792-1873). Si cfr. anche le schede nn. 577-587-594-652-657; per la statue di "Santi Vescovi" (Cappella Montini) ricordate dal Bertoluzzi come "ormai cadenti" (1830, p. 24) e già andate distrutte all'epoca della schedatura della Bardini 1976, si veda scheda n. 664 (tale scheda era priva sia della foto che di numero di negativo)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142508
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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