Balaustra costituita da eleganti coppie di colonnine in marmi policromi e pilstri modanati con decorazione a cartella di marmo bianco come il corrimano

  • OGGETTO scala
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ intaglio
  • ATTRIBUZIONI Mazzola Bedoli Girolamo (1500 ?/ 1569 Ca): disegnatore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 14 gennaio 1567, il 15 settembre 1567 ed il 24 dicembre 1568, Mazzola Bedoli ricevette dalla Fabbriceria del duomo pagamenti "pro recognitione et mercede (...) in faciendo designa scala magnae marmoree cum suis portellis descendentibus in confessionalibus (...) et pro aliis etia designjis factis pro collocatione Altaris magni, et reformatione et ornatum Chori dicta Ecclesia" (Notizie diverse concernenti alle pitture fatte nella chiesa cattedrale..., Ms. 1599, presso Biblioteca Palatina di Parma; cit. in A. R. Milstein, The Paintings of Girolamo Mazzola Bedoli, New York 1978, p. 10). Le guide ottocentesche (Donati 1824; Bertoluzzi 1830, p. 86 ed altri) però insistono nell'attribuire le "due belle scale di marmo fornite di eleganti balaustri e di acconci scorniciamenti" (Allodi 1854-1856, I, p. 166) che conducono alla cripta, allo scultore reggiano Bartolomeo Spani detto il Clemente, documentato nella prima metà del '500 per diversi lavori nel duomo di Parma, ma morto nel 1538, cioé molto prima che iniziasse il riassetto della cattedrale (1566 circa), riassetto che invece vide (e sono i documenti giunti fino a noi a testimoniarlo) Mazzola Bedoli nelle vesti di ingegnere ed architetto. L'estremamente versatile artista viadanese, che prima di cimentarsi nella progettazione architettonica aveva disegnato parecchie ancone lignee per i suoi dipinti, un organo e monumenti sepolcrali (in Milstein 1978, p. 10), realizza colonne con diametri, basi e capitelli diversi sbizzarrendosi anche nella scelta di altrettanto svariati marmi preziosi dalle tinte sgargianti: "la lumachella di Sicilia che v'è in gran copia, la lava vulcanica di quell'isola, il pentalico nuvoloso ed il venato, il cipollino, il giallo antico e l'antico orientale; il bianco carrarese, il rosso di Verona, il mischio di Serravezza e da ultimo il granito comune di Sicilia" (Scarabelli Zunti, nota manoscritta a G. Bertoluzzi, Guida..., 1830, p. 87, ed. custodita presso la Sopr. di Parma e Piacenza; ma vedi anche Allodi 1854-1856, I, p. 166). Per parecchio tempo però le colonne della balaustra rimasero intonacate e rese simili a cotto a causa della calce: solo l'11 marzo 1834 i Fabbriceri della cattedrale, con a capo il Conte Canonico Bernieri, si decisero di incaricare il chierico capitolare Giuseppe Martini affinché togliesse quel pesante strato che per anni le aveva svilite e rese tutte uguali (Allodi 1854-1856, I, p. 166). Per ulteriori notizie riguardo l'attività di Girolamo Mazzola Bedoli in duomo si vedano le schede nn. 628 e 639
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142486
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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