Sacra Famiglia con Fra' Domenico da Imola genuflesso

dipinto,

A destra c'è la Sacra Famiglia con la Madonna, il Bambino e San Giuseppe: dinanzi al gruppo sacro c'è il committente, fra' Domenico da Imola, con l'abito domenicano e la mitra poggiata a terra. Lo sfondo è diviso in due zone: a destra c'è un'architettura antica, a sinistra si apre un paesaggio collinare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Araldi Alessandro (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Araldi Josaphat
    Pampurino Alessandro (ambito Di)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un lungo dibattito critico ha interessato questo dipinto. Il Testi (si veda Pier Ilario e Michele Mazzola. Notizie sulla pittura parmigiana dal 1250 c. alla fine del del secolo XV, in "Bollettino d'Arte", IV, 1910, p. 90) lo ha attribuito a Gian Pietro Zarotti, utilizzando a conferma di ciò una ricca documentazione: fra gli altri, un documento del 1475, uno del 1485, un altro dl 1500 (in cui lo si cita come autore della decorazione di una porta e di una scaletta per la Compagnia del SS. Sacramento in Duomo), infine il secondo testamento di Domenico da Imola, in cui lo Zarotti è citato come uno degli esecutori della lastra tombale del vescovo. Cavalcaselle (1912, II, p. 301) attribuisce il dipinto ad Alessandro Araldi, ipotizzando pure una data d'esecuzione, il 1509, in base ad un'iscrizione che egli rintraccia, dove comparirebbero la data e la firma del maestro (graffiti, iscrizione e firme nela zona inferiore). La Ghidiglia Quintavalle, pur restando fedele all'attribuzione dell'Araldi, sposta la cronologia al 1496. Suggestiva ma non fondata l'interpretazione di Lucco, che assegna l'opera a Josaphat Araldi, sostenendo che lo Zarotti, in realtà non un pittore ma il vescovo di Parma alla fine del XV secolo, sarebbe raffigurato fra i personaggi dell'affresco. Non esatta appare anche la recente ricostruzione della Chiusa (1996), che attribuisce l'affresco ad un artista dell'ambito di Alessandro Pampurino, pittore cremonese che avrebbe realizzato l'opera nel 1503. Sembra più plausibile l'ipotesi che identifica l'autore dell'affresco come Alessandro Araldi: questa attribuzione, nata soprattutto per motivi stilistici, è stata la più diffusa durante il lungo dibattito critico del dipinto. Da ricordare infine che il riconoscimento del personaggio genuflesso nel frate Domenico da Imola, fu merito di Bacchi e De Marchi. Oltre alle voci citate in bibliografia segnaliamo anche: Bartoli F., Notizie delle pitture, sculture ed archittetture...., Venezia 1776-1777, v.II, p. 174; Barili A., Notizie storico-patrie di Casalmaggiore, Parma 1812, p. 176; Malaguzzi Valeri F., Enciclopedia Italiana, 1929, v. III, p. 924; Quintavalle A. O., in Correggio, catalogo della mostra, Parma 1935, pp. 18-19; Quintavalle A. C., Parma, duomo e battistero, in "Tesori d'arte cristiana", 1966, II, p. 134; Dall'Acqua M., Voci segrete dai muri, 1976, p. 68
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142446
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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