S. Radegonda

rilievo, ca 1450 - ca 1499

Figura di donna dal viso allungato atteggiato al sorriso, che regge nella mano sinistra un libro e nella mano destra tiene tre spighe

  • OGGETTO rilievo
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bassorilievo, un tempo dipinto esprimente una gentile figura di santa monaca che con la mano sinistra tiene un libro e con la destra stringe tre spighe di grano, ha avuto nel corso del tempo scarsa attenzione. Magra infatti è la bibliografia relativa all'opera, forse condizionata dall'infondata convinzione insinuata dal Pezzana, primo a segnalarla, che riconosceva nell'effigiata la beata parmigiana Simona della Canna, ritenendo che tale bassorilievo fosse un avanzo del sepolcro che Pier Maria Rossi, signore di San Secondo e devoto alla santa, le aveva fatto erigere in duomo nel 1476, a due anni dalla morte. del vero monumento della Cantulli rimangono invece solo due lapidi, una in latino (cfr. n. 643), l'altra in volgare (cfr. scheda n. 644) murate nel transetto superiore destro. L'antica identificazione è da respigere in quanto la grande aureola di cui la figura è dotata ci garantisce che l'effigiata è una santa e non beata. Che precisamente si tratti di S. Radegonda, regina dei Franchi, lo prova l'attributo peculiare delle tre spighe di grano, simbolo allusivo a quel campo, narrato nella leggenda che crebbe miracolosamente a celare la fanciulla agli occhi del marito Clotario I, che voleva toglierla dal convento in cui si era ritirata e condurla con sè a palazzo. Il primo ad accorgesene, anche se la sua voce rimase inascoltata, fu l'abate Luigi Barbieri che, dando alle stampe l'Ordinarium della chiesa parmense redatto nel 1417, trovava menzionato un altare intitolato alla santa d'Oltralpe. L'altare di S. Radegonda si trovava "penes portam Sanctae Agathae" cioè nel transetto inferiore destro. Difficile è stabilire se a quella data, il 1417, davvero troppo precoce il rilievo fosse già in opera ma certo è che si dichiera più antico del 1480. Quanto allo stile "tutto in questa oscillante figura parla lombardo ", a cominciare dalla speciale foggia del nimbo oblungo (come nei dipinti e nelle miniature di Michelino da Besozzo e di suoi allievi), sino ai tratti sorridenti e teneramente infantilidel volto ed alla sovrabbondanza del panneggio. La S. Radegonda è così da credersi opera di un maestro che ha frequentato Milano nei primi decenni del '400 quando jacopino da Tradate andava ad occupare una posizione di rilievo tra le decine di maestri impegnati nel cantiere del duomo: è investigando tra quelle figure che si potranno incontrare castigate fanciulle pari alla dolcezza di questa figura parmense. Il culto della santa francese si diffuse soprattutto in Piemonte e in Lombardia, in particolar modo a Milano, dove fin dal IX secolo le era stato dedicato un monastero in prossimità della cattedrale di S. Maria Maggiore; la santa appare anche rafiigurata all'esterno del duomo milanese e negli intradossi di una finestra nella chiesa di S. Francesco a Lodi.Per il Testi e il Pellegri la figura femminile è invece da identificare con la "Madonna della Spiga". Pellegri nota come "Maria che nella mano sinistra regge il libro, simbolo di preghiera, di familiarità con le Sacre Scritture, ma soprattutto di presenza. Esso svolge la funzione di raddoppiare l'indicazione dell'intervento del verbo che si fa carne nel grembo di Maria come si è fatto partecipazione nella Sacra Scrittura. La spiga che produce frumento e grano è un evidente richiamo eucaristico"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142379
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2003
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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