decorazione musiva,
Frammento di mosaico policromo pavimentale a piccole tessere formato da ventiquattro esagoni che racchiudono diversi schemi geometrici definiti da un motivo a treccia. Questi esagoni circondano un emblema centrale (conservato solo per poco più della metà), anch'esso delimitato dalla treccia, all'interno del quale sono rappresentati un cantaro e quattro pesci. In uno degli esagoni posti lungo l'asse principale del pavimento, racchiusa entro un clipeo, si legge un'iscrizione disposta su tre righe che riporta probabilmente il nome dei due costruttori "Clarus et Decentius" che composero il mosaico per un'estensione di duecento piedi (circa 17 metri quadrati)
- OGGETTO decorazione musiva
- AMBITO CULTURALE Bottega Parmigiana
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il mosaico trovato negli anni '50 nella piazza antistante alla cattedrale appartiene quasi sicuramente ad un edificio di culto paleoscristiano databile oggi al VI secolo. Gli studi più recenti hanno messo in evidenza la relazione che potrebbe esistere tra questi mosaici, appartenenti alla cattedrale ariana fuori dalle mura della città, e quelli della scomparsa chiesa di S. Lorenzo, ubicata nella zona dell'attuale piazza che da essa prese il nome e che per un certo periodo fu anche (per una parte della critica) la cattedrale cattolica di Parma, sulla base di un documento dell' 830 in cui si parla di un Palazzo (vescovile?) posto nei perssi della chiesa cattolica. Questa tesi della presenza a Parma di due cattedrali è stata messa in dsicussione da Girogio Monaco e da Mirella Marini Calvani, i quali hanno sottolineato il fatto che il Palazzo di cui si parla nell'atto non venga definito vescovile ma solo come "edificio di proprietà della chiesa parmense e come quindi non vi siano elementi sufficienti per attribuire alla chiesa di S. Lorenzo il titolo di cattedrale". Sulla base di questi studi la primitiva chiesa di Parma doveva sorgere pressapoco nella zona dell'odierna cattedrale. Il problema è ora scoprire la su esatta ubicazione e la conseguente corretta interpretazione dei resti in questione messi in luce nel 1955. Secondo Monaco, che in quegli anni diresse gli scavi, il msoaico di "Clarus et Decentius" è la pavimentazione di un qudriportico antistante la basilica vera e propria, a mosaico nella zona coperta e con mattonelle in marmo nella parte scoperta. Il mosaico verrebbe così a pavimentare l'ala meridionale di questo portico e sarebbe databile al V secolo. Una più recente analisi archeologica fa si però che l'ipotesi di Monaco debba essere rivista: il presunto quadriportico è infatti oggi interpretato come parte dell'edificio basilicale vero e proprio, che dunque occupava l'attuale piazza Duomo e si estendeva sotto l'odierna cattedrale. La diversa tiploogia del pavimento ha fatto poi supporre che la chiesa potesse verosimilmente essere a tre navate: le due laterali pavimentate a mosaico, mentre quella centrale doveva essere imprezoisita da tarsie marmoree. Tale ipotesi porta ad estendere il mosaico a circa il doppio: l'iscrizione di Clarus et Decentius potrebbe dunque, alla luce diq ueste ultime ricerche, ricordare solo il fatto che i due avessero fatto costruire soltanto la metà dellintero tappeto figurato o che ne avessero pagato duecento piedi ciascuno
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800134655
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI in un clipeo - CLARUS ET DECENTIUS FEC PED CC - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0