La Visitazione

pala d'altare,

Nel mezzo della tela l'episodio dell'incontro tra la Vergine e Sant'Elisabetta accompagnata dal vecchio Zaccaria, alle sue spalle, sulla soglia di una costruzione all'antica con colonne. Mentre Elisabetta, stringendo la mano della Madonna si china quasi sul suo santo ventre, sullo sfondo una donna osserva la scena portando sul capo un cestino intrecciato contenente colombe. In alto, nel cielo un volo di angioletti intenti a giocare con drappi di stoffe

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Monti Francesco Detto Brescianino (1646/ 1712): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pala rappresentante la "Visitazione della Vergine" venne commissionata al Monti dall'arciprete della Cattedrale Cornelio Bacialupi (morto il 18 aprile 1688 e pure sepolto nella stessa, v. scheda 5) il quale, come dice l'Allodi "fece restaurare anche a sue spese la cappella del Consorzio e dipingere il quadro all'altare da F.Monti", quadro che andò così a sostituire "un'elegantissima tavola di Girolamo Mazzola che esprimeva la Natività di N.S.G.C." (v. II, p. 295). E' importante ricordare che in origine presso questo altare si trovava la grande ancona eseguita da Cristoforo Caselli, rappresentante "La Madonna col Bambino in trono tra i Santi Ilario e Giovanni Battista", oggi in Pinacoteca (v.Testi 1934, p. 136 e scheda a cura di Fornari Schianchi 1997, p. 121). Come segnalava il vescovo Castelli nel 1578, la Cappella del Consorzio aveva da sempre l'altare "sub vocabulo Assumptionis Beatae Mariae Virginis" ed una particolare venerazione per il Battista (Visitatio..., p. 31). La tela del Monti veniva così a riunire, attraverso quest'unica immagine, le due titolazioni. La "Visitazione", opera "restaurata abbondantemente e fin dall'origine scadentissima" come sentenziava il Testi (1934, p. 136 sulla base di quanto aveva scritto il Santangelo nella quasi contemporanea scheda datata 10 giugno 1932. Anche il Donati aveva parlato di un restauro eseguito nel 1811 ad opera del signor Canonico Tedeschi ), fa parte della produzione di carattere religioso del Monti, bresciano di nascita (allievo di Pietro Ricchi e poi del Borgognone), ma dallo stile fortemente eclettico, qualità questa dovuta ai numerosi viaggi che lo portarono a lavorare in diverese città italiane (Genova, Roma, Vicenza, Parma, Piacenza e Napoli) e non solo (Germania) a contatto con diverse personalità artistiche. Il suo nome (studi dell'Arisi hanno fatto più chiarezza sulla sua figura) resta però soprattutto legato al genere delle battaglie (da cui il nome "Brescianino delle Battaglie", in Galleria Nazionale di Parma. Il Seicento, pp. 204-207) ed alle pitture di paesaggio, nelle quali è assai avvertibile l'influenza e la probabile conoscenza di tele di Salvator Rosa. Nella pala del duomo il Monti rivela la sua poliedrica formazione: se nelle figure in primo piano massicce e volumetriche della Vergine e di S.Elisabetta tradisce un più che esplicito riferimento alla pittura del Pordenone studiato assai da vicino a Piacenza nella cupola di S.Maria di Campagna nel 1670 (ed il Monti apporrà proprio su quella cupola piacentina il suo nome, v. Stradiotti 1988, p. 821), nello sfondo paesaggistico sembra essere in perfetta sintonia, anche nella scelta cromatica, con le suggestioni arcadiche e tempestose dei fiamminghi attivi in Italia in quello scorcio d'ultimo Seicento
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800134481
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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