calice - ambito Italia centrale (sec. XVII)

calice, (?) 1601 - (?) 1601

Piede a base esalobata, su alto gradino con orlo piatto, scandito nel campo interno in sei clipei con la raffigurazione della Madonna col Bambino, di Cristo nel sepolcro e del Battista, alternati al monogramma cristologico; negli spazi di risulta e sul collo motivi vegetali. Fusto risolto in due nodi di raccordo con disco centrale e dentelli, e in un nodo principale tondeggiante dove tornano i clipei del piede, ora includenti la Madonna col Bambino, S. Basilide (con spada e palma), Santo vescovo, S. Giovanni Evangelista, S. Cristoforo e S. Bernardo degli Uberti. Nel sottocoppa, a margine rigido segnato da serto d'alloro, sono cherubi in un fitto decoro a trofei vegetali e volute scandito da nastri bisolcati. Gli elementi di scansione e i volti dei cherubi sono lasciati in argento, a contrasto con il ricco gioco ornamentale dorato

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ fusione/ doratura/ cesellatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centrale
  • LOCALIZZAZIONE Lesignano de' Bagni (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In base all'iscrizione riportata al di sotto del piede, il calice è da porsi in relazione con la nomina ad Abbate Commendatario di Badia Cavana di Diofebo Farnese, figlio di Mario, esponente di spicco del ramo di Latera della famiglia e sposo di Camilla Lupi di Soragna (cfr. scheda SPSAD PR 00130748). Diofebo assunse la carica nel giugno del 1601, prendendo possesso per procura dell'Abbazia il 14 ottobre e mantenendola fino alla morte avvenuta nel 1621 (cfr. Vignali 1943, p. 86). La presenza del suo nome affiancato dall'indicazione del titolo di abbate lo qualifica certamente come committente dell'oggetto, verosimilmente realizzato a ridosso della nomina; risulta così non pertinente la data 1599, tradizionalmente considerata quella di esecuzione del calice, data che peraltro appare ad evidenza esito della monomissione di numeri o, più verosimilmente, di lettere preesistenti. La correzione avvenne presumibilmente quando si era ormai persa memoria esatta dell'anno di inizio dell'abbaziato del Farnese, forse al momento cui deve ascriversi la seconda iscrizione presente sul calice, che reca la data 1692 e la sigla C. I. R. scioglibile quasi certamente in Cardinale Renato Imperiali, nominato abate appunto in quell'anno (cfr. Vignali 1943, p. 95), e probabile committente di un intervento di ripristino del prezioso oggetto (Santangelo suppone che esso sia consistito nel rinnovo della coppa, che tuttavia appare assolutamente pertinente, per conformità di ornati, al supporto. Stilisticamente il calice rivela il gusto tardomanierista nel serrato gioco di ornati vegetali, cherubi e figure, sovrapposti ad una struttura che, specie nella lobatura del piede, conserva risonanze tardogotiche; privo di riscontri con la produzione nota di area locale, il pezzo, di notevole qualità esecutiva, potrebbe essere stato realizzato in ambito centroitaliano, considarata la committenza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800130763
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sotto orlo del piede - + DEIPHOBUS ABBS FARNESIUS C.I.R.IN. 1692 1599 - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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