Assunta con i Santi Lucio, Francesco e Amanzio

dipinto, 1776 - 1776

Il dipinto a olio su tela raffigura la Vergine assunta in cielo, sorretta da cherubini e angeli: la Madonna indossa una veste bianca abbellita da un manto azuzrro e un velo grigio che le cinge il capo. Aprendo le braccia volge lo sguardo in basso dove sono presenti, da sinistra a destra tre santi: Lucio, Francesco d'Assisi e Amanzio. Il primo è vestito con una corazza ed è avvolto in un manto rosso: con la mano destra sorregge una spada sorregge una spada e la palma del martirio. San Francesco indossa il saio bruno dell'Ordine e tiene le mani riunite sul petto con gli occhi rivolti al cielo, mentre Amanzio sorregge uno stendardo bianco indicando la Madonna in alto (quest'ultimo santo indossa un drappo giallo). Un putto alato porge a S. Amanzio un ramo di palma, simbolo del martirio mentre al centro in basso un libro aperto è sorretto da un teschio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Dal Verme Carlo Angelo (1748/ 1824)
  • LOCALIZZAZIONE Corniglio (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta dell'olio su tela più importante ancora conservato in chiese dell'Alta Val Parma, tenuto conto della datazione e della paternità certe e per alcune valutazioni sia di tipo religioso che naturalmente storico artistico. Il dipinto è ancora leggibilissimo nonostante sia in un mediocre stato conservativo che non ne agevola la tutela e la valorizzazione: attualmente l'opera è in fase di restauro presso ..... poiché presentava una crettatura eccessiva, varie cadute di colore, un piccolo buco nello spazio di cielo a destra di San Francesco e un altro sul cordone del saio dello stesso, oltre a strisciate bianche che attraversano trasversalmente la tela. Essa è importante ancor prima che dal punto di vista artistico a sé stante perché parte di un tessuto settecentesco che si è mantenuto in questa chiesa: il dipinto settecentesco è ancora collocato entro la sua cornice originale - come attestato tra gli altri da Giuseppe Cirillo e Giovanni Godi nella loro guida all'arte parmense (1986, pag. 205) - ed è appeso in un coro che vede in basso gli scranni settecenteschi realizzati nel 1766 da Angelo Valenti con la partecipazione anche di Giovanni Gonizzi (1738). Si tratta quindi di un "angolo settecentesco" ancora miracolosamente intatto che permette di vedere a che buon livello di finitezza artistica fossero giunti nel corso del XVIII secolo in ambito appenninico. Non va poi tralasciato un fattore religioso che si riverbera anche sull'iconografia: nel dipinto sono unite figure come la Vergine Assunta, alla quale è titolata la chiesa con le figure di San Lucio e Sant'Amanzio che sono i patroni di Corniglio. Essi sono i dedicatari di un piccolo oratorio - ora molto modificato e privo di arredi - posto a fianco del Castello, attuale sede comunale, nel luogo dove, secondo la leggenda e la tradizione religiosa - furono rinvenuti i corpi dei due martiri (Dall'Olio 1975, pag. 168). Il tema iconografico, probabilmente "unico" con queste caratteristiche, quindi viene qui definito dall'unione di più dedicazioni. Sant'Amanzio e San Lucio sono figure assolutamente molto rare nella figurazione pittorica italiana: consultando la "Bibliotheca Sanctorum" (Roma, 1998, vol. I, pag. 934) è possibile venire a conoscenza della storia di questi santi martiri di cui nei martirologi antichi regna grande confusione. Non se ne conosce la provenienza e i tratti biografici: si fanno ipotesi relative alla Mesia, all'Africa e alla Gallia, mentre l'unica certezza è relativa al martirio locale a Corniglio avvenuto il 6 giugno di un anno imprecisato dell'antichità, quando i loro corpi martoriati sarebbero stati trovati ai bordi di un fiume. Dal punto di vista artistico questo olio su tela definisce bene il carattere del fidentino Angelo Dal Verme, allievo di Antonio Bresciani (Martini, 1862) all'Accademia di Belle Arti di Parma e insegnante all'Istituto Gazzola di Piacenza. Sono molte le sue opere sparse sul territorio e le più riuscite attestano un'umanità eloquente delle figure e uno stile già piuttosto controllato, anche se forse un po' in ritardo sulle novità neoclassiche dell'epoca, in luogo di una influenza ancora presente del tardo barocco. La grande pala dell'altare maggiore della chiesa di San Pietro di Fidenza, ad esempio, pur datata a circa dieci anni dopo presenta la medesima impostazione spaziale delle figure e la stessa eloquenza dei gesti del quadro qui analizzato. Il quadro è stato commissionato per questa chiesa dal medico Flaminio Torreggiani, molto noto all'epoca in queste zone (E. Guerra, "Medaglioni di cornigliesi illustri" in Quaderni della Giovane Montagna, 1942 n. 98), come si evince dal manoscritto del Dal Verme "libro di lavori fatti e di spese accorse" (Palatina, ms 3709) dove è anche possibile confrontarlo con un disegno preparatorio pressoché identico. Cirillo Godi nella loro guida del 1986, già più volte citata, lo definiscono "notevole" ed è già menzionato nella guida antica sull'arte di Parma del Malaspina del 1845. Oltre a ciò è citato in numerose altre sedi (vedi bibliografia) come opera più importante insieme al dipinto della Madonna del Rosario del Tinti, conservato a pochi metri di distanza e anch'esso citato in molti (ma non tutti) dei documenti menzionati per quanto riguarda l'arte della Val Parma ancora presente in loco. Anche se non è stato possibile appurarlo, probabilmente sul retro della tela è occultata una nicchia contenente una piccola statua della Madonna Assunta acquistata a Parigi da Eugenia Ferrari di Corniglio nei primi anni del Novecento (Dall'Olio 1960, pag. 65)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800112074
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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