Madonna con Bambino e donatore

dipinto, post 1485 - ca 1490
Biagio D'antonio (attribuito)
notizie 1476-1504

Olio su tavola trasportato su tela. La Madonna è rappresentata con le mani incrociate sul petto; il Bambino, sdraiato davanti a lei, è sorretto da un giovane donatore, fieramente eretto, con il profilo ritagliato, e indossa un abito elegante, con ricami sul colletto, sulle maniche e sui polsi, requisiti secolari che fanno pensare a un giovane donatore. La tenda verticale con motivo a melograno suggerisce una stoffa preziosa, forse un broccato, che nasconde lo sfondo paesaggistico, una piana profondissima al termine della quale si stende Firenze, con la sagoma inconfondibile della cupola di Santa Maria del Fiore. Inserto di natura morta sulla destra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 51.5
    Larghezza: 42
  • ATTRIBUZIONI Biagio D'antonio (attribuito): ESECUZIONE
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Collezione privata Fondazione Cassa d
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Nazionale di Ferrara
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Spetta a Mina Gregori il merito dell'attribuzione della tela e di un altro tondo proveniente dalla stessa collezione al fiorentino Biagio d'Antonio, artista che, una volta riconosciuto e liberato dalle pastoie di un errore storiografico durato a lungo, vanta in effetti una consistenza di tutto rispetto. Nella scheda di notifica presso la Soprintendenza di Firenze Rosanna Proto Pisani suggerisce una datazione della Madonna già Sacrati Strozzi intorno agli anni Settanta del Quattrocento, ma per una somma di indizi è bene invece collocare l'opera in una fase matura dell'attività di Biagio d'Antonio, verso la fine del decennio successivo, allorché una presumibilmente intensa fortuna commerciale dell'artista vede compensare la reiterazione sterile di schemi compositivi e figure, con i vantaggi di consumate raffinatezze distesura e di mirabili preziosità nei dettagli. Infatti il Bambino è tratto da un cartone di uso più che recidivo nella pittura di Biagio, e lo ritroviamo fin dal 1476 dell'Adorazione Ragnoli, eseguita per San Michele a Faneza e ora a Tulsa (Oklahoma), nei due tondi pressoché coevi della Collezione Chigi Saracini a Siena e dello Snite Museum di Notre Dame (Indiana) nonchè nella più tarda "Adorazione" della Christ Church di Oxford. Con quest'ultima il dipinto ferrarese condivide anche la figura della Madonna, dervata dall'Annunciata di Antonello a Monaco per l'attitudine delle mani incrociate al petto. Il Santo adolescente è invece un neologismo nel vocabolario tipologico del pittore, che nelle opere tarde troverà poi modo di valersi con assiduità di questa soluzione facile e irrealisticamente, geometricamente semplificata. Peraltro il personaggio è privo di qualsivoglia strumento che ne possa agevolare l'identificazione nelle gerarchie celesti. L'inserto di gran lunga più brillante è il brano di natura morta sulla destra, quel vaso di rose che nella luminosa trasparenza del vetro dichiara tutta l'attenzione e lo studio di Biagio sulla pittura nordica. Fino alla pubblicazione nel catalogo della Pinacoteca Nazionale di Ferrara l'opera era inedita
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800079967
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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