Madonna con Bambino

dipinto, ca 1420 - ca 1420

La Madonna tiene fra le braccia il Bambino, il quale ha un librino nella mano sinistra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 72
    Larghezza: 48
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Collezione privata Fondazione Cassa d
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Diamanti
  • INDIRIZZO corso Ercole I d'Este, 21, Ferrara (FE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo stato di conservazione della tavola, tutt'altro che impeccabile, non offusca la qualità del dipinto, testimonianza di una delle stagioni più alte della pittura emiliana. L'usura della superficie permette altresì di apprezzare la sapiente costruzione dell'immagine, ottenuta partendo da un disegno a pennello, ben leggibile sotto la vestina del Bimbo, e completata attraverso replicate velature: nel manto della Vergine, a un'uniforme campitura di cinabro si soprammettono le dense finiture a lacca, che restituiscono il movimento delle pieghe, e le lumeggiature di biacca, che determinano la forte plasticità delle figure. La parziale perdita dell'oro nei nimbi non impedisce di coglierne la sottile lavorazione a punzone. La gamma cromatica, basata sul contrasto tra il colore viola-rosato del manto della Vergine e il fondo di vegetazione scuro, appare insolitamente vivace. L'antica ascrizione a Cristoforo da Bologna, documentata da un cartellino ottocentesco appeso nel retro, testimonia la fortuna in sede collezionistica di questo artista, ma la corretta ascrizione alla mano di Giovanni da Modena, è stata argomentata per la prima volta da Luciano Bellosi, che sottolineava la affinità con gli affreschi della cappella di San Giorgio (o dei Dieci di Balia) in San Petronio a Bologna, l'unica opera documentata del pittore modenese, e ne proponeva una datazione di poco posteriore. Tanto la finta quadratura architettonica, restituita con accattivanti anacoluti prospettici, e la sovrabbondanza del ricasco del manto sul davanzale che chiude in basso la composizione non può che sottintendere il rapporto con modelli scultorei. Oltre al rimando agli scultori "borgognoni" dei fianchi di San Petronio, ormai ben attestato nella vicenda critica del pittore, si possono aggiungere in questo caso altri fatti, da precisare forse nella terracotta toscana di matrice donatellesca, che certo Giovanni ebbe modo di conoscere anche prima dell'arrivo a Bologna di Jacopo della Quercia (1425). Un simile referente sembra confermare la destinazione privata del dipinto, che nacque come tavola a sé e non presuppone l'appartenenza ad un più vasto complesso (D. Benati)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800078579
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in un cartellino applicato nel retro - Cristofaro - corsivo - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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