Madonna in trono che allatta il Bambino
dipinto
1470 - 1480
Madonna in trono allattante il Bambino su di un fondo verde-azzurro. Angeli oranti con copricapo e mani giunte si affacciano dall'edicola con paraste e candelabre collacata ai lati dell'immagine
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Padano Ambito Emiliano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria della Steccata
- INDIRIZZO Strada Giuseppe Garibaldi, 5, Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima citazione della presente immagine la troviamo in un rogito del 1483 firmato dal notaio Antonio Pavarani in cui si affermava la necessità, visto il moltiplicarsi della devozione verso questa icona "multum antiqua", di costruire un oratorio dove custodirla. L'origine della chiesa della Steccata ha un precedente di rilievo: l'apparizione, nel 1392, di un'immagine di S.Giovanni Battista sul muro di una casa di strada S. Barnaba, l'attuale via Garibaldi, dove oggi si trova la Steccata. Il culto per questa immagine fece sorgere un oratorio e poco dopo una Congregazione di laici ed eccelsiastici preposta alla gestione della piccola chiesa. Solo alla fine del Quattrocento apparì misteriosamente, sul muro dell'oratorio, l'immagine di una Madonna che allatta il Bambino e che tuttora è conservata sull'altare della Steccata: la Congregazione prese il nome della Madonna Annunciata. Non è un fatto secondario che la chiesa e la Congregazione fossero fortemente legate al Comune e all'aristocrazia della città. L'apparizione dell'immagine della Madonna, indicata come miracolosa, provocò un rigurgito di culto affollatissimo, al punto che per proteggere l'affresco e disciplinare la folla sarebbe stato eretto uno steccato da cui prenderanno il nome il dipinto stesso e la chiesa che, dopo pochi anni, all'inizio degli anni Venti del XVI secolo, la congregazione pensò di erigere per dare ospitalità più sontuosa alla Madonna miracolosa. Fu la Ghidiglia Quintavalle ad inaugurare la fase di studi critici su questo dipinto, promuovendo un restauro negli anni '70. La lastra d'argento sbalzato venne rimossa e la studiosa individuò due diversi interventi successivi che si potevano distinguere soprattutto dalla sutura differenziata degli intonaci dell'immagine centrale e la riquadratura esterna. La Madonna col Bambino al centro è ricondotta dalla Fornari Schianchi alla scuola bolognese che fra 1350-1360 sviluppò la linea vitalesca integrandola con alcune novità toscane, di cui risulta essere un esempio piuttosto isolato a Parma allo scadere del XIV secolo. Diversi particolari avvicinano le due figure al "Maestro Vitalesco" operante in San Giacomo Maggiore a Bologna (1360-70) e alla Madonna col Bambino di San Giovanni in Monte (BO) assegnata al giovane Jacopo di Francesco. Per le aggiunte esterne ci si deve invece orientare alla cultura emiliana sviluppatasi lungo la cultura pierfrancescana fra il 1470-80 con rimandi all'arte ferrarese del Costa, alla miniatura e alle soluzioni architettoniche adottate da Donatello per il Tabernacolo del Sacramento in San Pietro a Roma. Ad oggi, nonostante i ripetuti restauri, le evidenti ridipinture ed alcune mutilazioni subite, l'opera campeggia ancora nella sua vetusta icasticità al centro dell'altare maggiore
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800001907
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0