monumento funebre di Ferrari D'Agrate Giovan Francesco (sec. XVI)
monumento funebre
1528 - 1538
Ferrari D'agrate Giovan Francesco (1489/ Post 1570)
1489/ post 1570
Alto basamento affiancato da due pilastri che sostengono lesene corinzie racchiuse da bassa trabeazione, fra cui si apre un'arcata con fondo piano che ospita l'urna, sostenuta da due tartarughe stilizzate in bronzo. La scultura, adagiata sull'urna, raffigura Sforzino Sforza dormiente, con il capo poggiato su di un elmo, a sua volta sostenuto da un libro, tipici attributi che vogliono sottolineare la Virtus del personaggio
- OGGETTO monumento funebre
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MATERIA E TECNICA
marmo biancone di Verona
marmo rosso di Verona
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MISURE
Altezza: 490
Larghezza: 307
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ATTRIBUZIONI
Ferrari D'agrate Giovan Francesco (1489/ Post 1570)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria della Steccata
- INDIRIZZO Strada Giuseppe Garibaldi, 5, Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento funebre a Sforzino Sforza, duca di Castell'Arquato, morto il 9 ottobre 1526, fu commissionato a Giovan Francesco d'Agrate, in seguito ad un notevole lascito testamentario dello Sforza alla Confraternita della Steccata. Il primo dicembre del 1526 Giovan Francesco aveva già eseguito il modello del monumento, ma soltanto nel 1528, dopo che il bozzetto fu presentato anche all'erede di Sforzino, Francesco II Sforza duca di Milano, e dopo continue e numerose modifiche volute dalla Confraternita, si diede inizio all'esecuzione dell'opera, che fu ultimata, a distanza di ben dieci anni, nel 1538; eccettuato il completamento della doratura nel 1539. Tra il secondo ed il terzo decennio del Cinquecento il d'Agrate poteva ritenersi come lo scultore più affermato a Parma e la sua officina deteneva il monopolio nella produzione in serie di parti in pietra di comune impiego. Il monumento Sforza appartiene al periodo più maturo del d'Agrate, quando il rigore formale e i principi dell'arte rinascimentale, presero piede rispetto al decorativismo della tradizione lombarda che aveva caratterizzato i suoi lavori precedenti, come ad esempio il sepolcro Montini nel Duomo di Parma. La struttura compositiva d'impianto regolare, la sobrietà d'accenti, le linee e i profili spiccatamente geometrici, si affiancano a cornici, rilievi e repertori decorativi ridotti a classicheggianti foglie d'acanto e rosoni. L'opera riprende l'antica tipologia, frequentemente adottata dal d'Agrate, della cassa su mensole e si pone in continuità cronologica e stilistica con il monumento Carissimi in Duomo e con il monumento funebre a Rodolfo Tanzi in S. Ilario a Parma. Giudicato da alcuni piuttosto disarmonico, per lo stilobate troppo alto, l'arcata troppo larga e tozza, la trabeazione bassa e scarna, e da altri l'opera di scultura del d'Agrate fra le meglio risolte, è documento di alto interesse dell'arte e della cultura locali, aperte ai fermenti innovativi lombardo - veneti e toscani del primo Cinquecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800001881
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2006
- ISCRIZIONI in un tondo all'interno della nicchia - DOM/ SFORZINOSFOR/ TIE URBEHAC PATRIA/ALUMNIS MUSIS ET MAGI/ STRO MARTE OMNI MILITIE/ PREFEC: ORDINI MULTA POST/ PRELIA ET OPIMA SPOLIA FRANC/ II DUCIS INSUB: HONORE PERPE/ TUO AC GRAVISS: OBSIDIONE CLARIS/ TANTIS MAIORIS GLORIE INDI/ CIIS MORTE PREREPTUM/ DEPLORANT MUSE MARS DUX/ SF MILITES DESTITUTI/ V.AN.XL.O.S.A. MDXXVI/ VII. ID. OCT - latino
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