Ritratto di Maria Francesca Durazzo
Il dipinto raffigura una nobildonna a figura intera. Essa indossa un abito alla moda francese in seta blu, alta fascia in vita di raso a righe alternate blu ed argento, coprispalle di garza e pizzo, incrociato. Sui capelli incipriati indossa un cappello dalla calotta conica decorata da due coccarde di nastro color melanzana. Nella mano sinistra stringe un guanto, con l'altra indica il tavolo accanto, con tovaglia in raso, sulla quale vi sono alcuni oggetti, tra cui un servizio da scrittura, un libro,l'altro guanto, un vaso di fiori, un vassoio con della frutta, una lettera. Sul lato destro del dipinto, accanto alla dama, è raffigurata una poltrona in stile Luigi XV. Sul pavimento, in marmo screziato lucido, è posta la busta della lettera. Lo sfondo è dominato da un grande panneggio rosso dietro al quale vi è un loggiato da cui si vede la Lanterna simbolo di Genova
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Van Maron Anton (1733/ 1808)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
- INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, acquisita nel 2018 dallo Stato e destinata alle collezioni della Galleria della Liguria di Genova, rappresenta a figura intera Maria Francesca Durazzo (1752-1812), figlia di Marcello Giuseppe (Marcellino), andata in sposa al cugino Giuseppe Maria Durazzo da cui aveva acquisito il ridondante doppio cognome Durazzo Durazzo, ingentilito dal diminutivo onomastico di Cicchetta. L'opera è un magnifico esempio dell'abilità ritrattistica del viennese Anton von Maron, cognato di Anton Raphael Mengs. Giunto a Roma fin dal 1756, il pittore aveva preso a lavorare per committenti genovesi, ed è logico ritenere che avesse accolto con gran favore l'invito nel 1791 del doge Michelangelo Cambiaso ad andare a Genova. L'opportunità era stata probabilmente procurata da Carlo Giuseppe Ratti, che aveva lavorato con i Cambiaso fin dagli anni Settanta, i quali gli avevano commissionato copie e riduzioni di celebri capolavori romani. Von Maron giungerà a Genova nel febbraio 1792, conscio che i suoi lavori, grazie ai pregressi contatti con l'aristocrazia genovese, avrebbero riscosso grande successo. Nei quindici mesi circa di soggiorno (fino al maggio 1793) l'artista realizzerà almeno sedici opere, tutti ritratti. Il dipinto ritrae la nobildonna a figura intera, con un bellissimo abito aggiornato secondo la moda francese. L'ambiente è in un apparente ma studiato disordine, che dona all'opera un carattere più intimo e meno solenne. Anche lo sguardo di Cicchetta, non rivolto verso lo spettatore, ma deciso verso qualcuno alla sua sinistra, fuori dal campo figurativo, rende l'opera più formale e rilassata. La formula dedicatoria trascritta come intestazione della busta da lettera che giace per terra ("A Sua Eccellenza la Sig.a Cicchetta Durazzo/ Durazzo/ Genova"), unitamente alla firma del pittore e alla data 1792 (un unicum, nelle opere genovesi) fanno pensare infine ad un omaggio dello stesso pittore alla dama, magari per un'ospitalità generosa ed amichevole. Non è da escludere che i due si fossero già conosciuti tempo addietro, come potrebbe evocare un perduto probabile ritratto di Cicchetta, giovane, seduta con cagnolino in braccio, ricordato da un disegno di Giovanni David e conservato nell’album di Casa Durazzo: di evocazione mengsiana, il ritratto potrebbe essere stato realizzato da von Maron quando Cicchetta era prossime alle nozze, avvenute nel 1770. Della tela oggi a Spinola non si conoscono ad oggi i passaggi ereditari. Essa ricomparve nel 1987 nella galleria Matthiesen a Londra; prima da allora, è documentata nel 1969 da una fotografia in una camera della villa Saluzzo Mongiardino a Genova Albaro
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377402
- NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE. INV.15
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- ISCRIZIONI a metà a sinistra, sopra al tavolo - ANTONIUS DE MARON / FACIEBAT GENUA 1792 - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0