Santa Caterina in trono

dipinto,

Figura femminile coronata e nimbata, dal manto rosso, reca tra le mani un ramo di palma ed una ruota. E' seduta su di un cassone; dietro di lei un telo blu con decori in oro a forma di fiore stilizzato, ripetuto similmente sulla veste rossa. Ai suoi piedi, ai lati rispettivamente destro e sinistro, vi sono religiosi in preghiera

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Barnaba Da Modena (1328 Ca./ 1386 Ca)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di famiglia milanese trapiantata a Modena, Barnaba degli Agocchiari, detto Barnaba da Modena, è probabilmente il pittore più celebre e stimato fra quelli attivi nella Genova del secondo XIV secolo, documentato nella capitale ligure tra il 1361 e il 1383, e con opere datate che debuttano nel 1367. Presentata al pubblico nel 2005 a seguito dell’acquisizione da parte dello Stato e destinata alle collezioni della Galleria Nazionale della Liguria, la tavola con la Santa Caterina fu pubblicata per la prima volta da Roberto Longhi nel 1960, quando ancora si trovava nella collezione Cruz di Santiago del Cile, attribuendola alla tarda attività dell’artista. Tale attribuzione fu messa in dubbio dall’interpretazione dei caratteri romani inseriti ai lati del capo, letti da Carlo Volpe (vedi Bibliografia) come “1352” ma che, a seguito del restauro avvenuto in occasione dell’esposizione del 2005, si sono rivelati essere MDLII. Essi dunque non si possono riferire alla datazione dell’opera, ma più concretamente ad un avvenimento ad essa correlato: è possibile, come già ipotizzato da Roberto Longhi, che l’opera fosse stata concepita per un’ignota confraternita, quale ad esempio la confraternita di Santa Caterina di Luccoli, una delle più antiche tra quelle genovesi, secondo la proposta di Gianluca Zanelli (vedi bibliografia). La data potrebbe riferirsi dunque ad un evento di rilievo per le trasformazioni della chiesa o della comunità, anche se, agli studi attuali, per tale anno non è stato ritrovato nessun evento significativo legato alla chiesa Santa Caterina di Luccoli a Genova. Dal punto di vista cronologico, si tende oggi a confermare l’interpretazione di Longhi ed a datare l’opera alla maturità dell’artista, tra il 1375 e il 1380 circa. Ciò è supportato dalla comparazione stilistica con opere dell’artista prodotte in quegli anni, quali ad esempio la Madonna con Bambino di Alba (CN), firmata e datata 1377, e quella conservata a Pisa, databile al 1375 circa. La Santa Caterina non presenta un chiaroscuro marcato, come per l’opera di Alba, ma più soffuso, con lunghe pennellate, simile alla tavola pisana. La decorazione floreale presente sulla veste e sul telo blu alle sue spalle ricorre inoltre anche sull’altarolo conservato alla National Gallery di Londra, firmato e datato 1374. Rispetto a Longhi, invece, che la ipotizzava concepita come “paletta d’altare”, oggi per la Santa Caterina si è portati a considerarla come lo scomparto centrale di un polittico più articolato e complesso: ciò è stato supportato anche da una foto del retro precedente ai restauri, che ha messo in evidenza la presenza di tracce di antiche traverse lignee orizzontali. La costruzione del polittico poteva essere non troppo dissimile dal Polittico di San Bartolomeo, conservato a Genova al museo di Sant’Agostino, composto dunque dalla tavola centrale della santa, con ai lati otto storie della sua vita (quattro per lato disposte su due livelli) e le rispettive cinque cuspidi. La ricostruzione risulta però problematica perché ad oggi non si conoscono tavolette con episodi della vita della santa
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377389
  • NUMERO D'INVENTARIO SBAS 107352
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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