Apoteosi di Nicolò Maria Pallavicino
disegno,
Maratta Carlo (1625/ 1713)
1625/ 1713
In primo piano, un personaggio seduto sta dipingendo su una tavola la scena che sta osservando: un uomo dai capelli riccioli lunghi, visto di profilo, con un mantello e calzari classici ai piedi, è accompagnato da una figura virile seminuda (dio Apollo) che indica con la mano sinistra un gruppo di tre figure femminili, seminude (Le tre Grazie). Una delle tre indica un tempietto sullo sfondo. Sopra alla testa del primo uomo un putto con tromba (la Fama) si appresta ad incoronarlo
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta bianca/ inchiostro ferro-gallo-tannico
carta bianca/ matita
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ATTRIBUZIONI
Maratta Carlo (1625/ 1713)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
- INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno riprende il dipinto dello stesso Maratta datato 1705 "Il Tempio della Virtù", ubicato attualmente a Stourhead, Wilthshire, The National Trust (Hoare Collection, n. inv. NT 732098). Presentato in un'asta genovese nel 1999, il disegno fu sottoposto a vincolo culturale ed acquistato dal Ministero nel 2000 per destinarlo alle collezioni di Palazzo Spinola, in cui era già stato descritto nelle guide storiche genovesi redatte dal Ratti nel 1780 e da Alizeri nel 1846. Nel disegno il banchiere e mecenate genovese, Niccolò Maria Pallavicini, abbigliato all'antica procede verso il Tempio della Virtù, indicato dal Genio con l'indice della mano sinistra. Tale gesto è replicato da una delle tre Grazie. L'autore del disegno, Carlo Maratti, osserva seduto il marchese e lo ritrae sulla tela, sul cui retro compare il monogramma "CM". Sopra alla scena vi è una figura alata, allegoria della Fama, con una tromba ed una corona di lauro. Rispetto al dipinto, il disegno presenta alcune differenze, come il manto ed il gesto del Genio, la vegetazione attorno al Tempio della Virtù e soprattutto la mancanza della croce di Cavaliere di Cristo, assegnata all'artista il 24 aprile 1704 in Campidoglio. Da un punto di vista cronologico, poiché non sono noti disegni preparatori dell'intera composizione, il disegno potrebbe testimoniare una redazione intermedia rispetto al dipinto finito ed attestarsi verso il 1695, anno in cui Pallavicini ebbe la nomina di Accademico d'onore dell'Accademia romana di San Luca; il tratto incerto di alcuni dettagli, quali ad esempio quelli sulle vesti che coprono il braccio destro dell'artista, hanno portato ad ipotizzare nella critica più recente ad una realizzazione "d'apres" (vedi il saggio di Dario Beccarini, pp. 255-263, nel volume del 2022 cit. in Bibliografia, a cura di A. Guerrini e G. Zanelli). Genovese di nascita ma cosmopolita per educazione, il marchese Pallavicini (1650-1714) fu banchiere di leggendaria ricchezza e insigne mecenate in Roma ove, entro la fine del Seicento, la sua collezione, era segnalata come la più notevole tra le recenti. Oltre al nucleo dei capolavori di Annibale Carracci, Andrea Sacchi, Pietro da Cortona e Claude Lorrain, la quadreria comprendeva centinaia di nature morte (Berentz, Van Vogelaer, Van Tamm), paesaggi (Dughet, Van Bloemen) e dipinti di soggetto storico, che rappresentavano le più aggiornate tendenze nella pittura romana capeggiata dal suo amico Carlo Maratti. Altrettanto celebre era l’arredo del suo palazzo, per la dovizia delle stoffe genovesi, le sculture di Camillo Rusconi e l’impareggiabile raccolta degli argenti di Giovanni Giardini. I tesori del Pallavicini, furono contesi ed incamerati nel Settecento dai maggiori collezionisti inglesi e da sovrani (Federico II di Prussia e Caterina II di Russia) complici, gli illustri intermediari dell’epoca (Gavin Hamilton, Mengs, Conte Algarotti, Horace Walpole)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377385
- NUMERO D'INVENTARIO SBAS 100714
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- ISCRIZIONI in basso - DEDICATORIA FATTA DAL SIGNOR CARLO MARATTI CELEBRE, ET INSIGNE PITTORE ALL'ILL.MO SIGNOR MARCH.SE NICCOLÒ MARIA PALLAVICINO, DELLA GRANDE ET INGEGNOSA OPRA RAPRESENTANTE IL RITRATTO DEL DETTO SIGNOR MARCHESE GUIDATO DAL GENIO VERSO IL SUBLIME TEMPIO DELLA GLORIA E QUELLO DELL'ISTESSO SIGNOR CARLO IN ATTO DI DISEGNARE IL MEDESIMO SIGNORE SOPRA UNA TELA CON L’ASSISTENZA DELLE TRE GRAZIE VIDDI O’ SIGNOR, CHE DE LA GLORIA AL TEMPIO – TE GUIDAVA IL BEL GENIO, E VIDDI POI SCRIVER COLEI, CHE DELL’OBLIO FA SCEMPIO SU LO SCUDO DI PALLA I PREGGI TUOI VIDDI CHE A FARTI ALTRUI DI ONORI ESEMPIO CORREA LA FAMA, E OFFRIATI I LAURI SUOI DA TE GRAZIE ASSISTITO IO HO TUTTO ESPRESSO SU I LINI, E IN TE SPERO ETERNAR ME STESSO. HUM.MO DIV.MO ET OBLIG.MO SEERV.RE CARLO MARATTI - a penna - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0