Allegoria della vita. Cuciniera e paggio moro con animali
dipinto,
Boel, Peeter (1622/ 1674)
1622/ 1674
Tela di medie dimensioni, di formato rettangolare a sviluppo orizzontale. Allegoria con natura morta di cacciagione e coppia di fanciulli. In un esterno, una giovane ragazza con uva in mano (forse una zingara) è in compagnia di un paggio moro che tiene in braccio un pavone, simbolo di vita eterna; in tale senso, anche il grappolo in mano alla fanciulla è da intendersi come allegoria al sangue di Cristo: "l'accostamento tra vite e pavone è tradizionale nell'iconografia cristiana (Lorizzo 2022, p. 197). Nell'angolo inferiore destro del dipinto, sulla base della gabbia, è tracciata una scritta non più leggibile, forse la firma (vedi immagine in allegato)
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Boel, Peeter (1622/ 1674): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
- INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è stata ricondotta nel 2012 alla paternità dell’anversano Peeter Boel grazie all'attribuzione di Anna Orlando (contributo pubblicato nel catalogo della Galleria d’arte Silvano Lodi & Due di Milano, con provenienza da una collezione privata cittadina). Acquistata nel 2019 dallo Stato italiano per le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola, l’opera fu probabilmente realizzata da Boel in seguito al suo soggiorno genovese: dopo 6 anni trascorsi a Roma, l’artista si trattenne a Genova tra il 1647 ed il 1649 presso il compatriota Cornelis de Wael, di cui sposò una nipote nel 1650 al rientro ad Anversa. La cronologia proposta da Loredana Lorizzo per l’Allegoria di Palazzo Spinola si colloca quindi al primo lustro degli anni Cinquanta del Seicento nelle Fiandre: la studiosa esclude anche l’intervento di collaboratori in supporto a Boel (era già stato speso il nome del Borgognone, Guillaume Courtois, stabilitosi a Roma dalla fine degli anni Trenta del XVII secolo). Rientrando nel tradizionale genere della natura morta come simbolo della transitorietà terrena (vita e morte sono accostati e mescolati), così congeniale a Boel, il dipinto allegorico rappresenta un monito per l’osservatore a non abbandonarsi ai “piaceri transitori dell’abbondanza” (Lorizzo 2022, p. 193)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377347
- NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE 24
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0