Crocifissione con Dio Padre e S. Maria Maddalena de' Pazzi

dipinto,

Tela di piccole dimensioni, di formato rettangolare a sviluppo orizzontale. Il soggetto deriva da un'invenzione di Gian Lorenzo Bernini, ispirata alla visione della mistica carmelitana S. Maria Maddelena de’ Pazzi, avuta durante la Pentecoste del 1585. L'evidenza del cosiddetto 'mare di sangue', raffigurato nella parte inferiore della tela, è mitigato dalla presenza di alture montane che chiudono lo sfondo, eseguite in accordo cromatico con lo stesso mare, piuttosto scuro. Sul cartiglio della croce non si è presente l'iscrizione tradizionale INRI

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Courtois, Guillaume (detto Il Borgognone) (1628/ 1679): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gaulli Giovan Battista
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela con l’invenzione berniniana del Sanguis Christhi fu resa nota nel 1978 da Robert Enggass con un’attribuzione al pittore genovese Giovan Battista Gaulli. In occasione della prima esposizione pubblica del dipinto nel 2004, Francesco Petrucci spostò la paternità dell’opera all’artista di origine francese Guillaume Courtois detto il Borgognone, di solida formazione romana presso il Cortona, in seguito tra i più stretti collaboratori del Bernini maturo. Proveniente dalla collezione Cattaneo Adorno di Arenzano - lontani discendenti dei Bernini - la Crocifissione, individuata da Petrucci come l’originale realizzazione pittorica voluta da Gian Lorenzo Bernini e tratta dal suo disegno (tela, secondo i biografi dello scultore, custodita nella dimora del maestro, al capezzale del suo letto di morte), fu acquistata nel 2018 dallo Stato italiano per destinarla alle Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola, museo presso cui, peraltro, si conserva un disegno che riproduce l’invenzio del Sanguis Christi, attribuito alla cerchia del Bernini (inv. GNPS 160). La vicenda critica attorno al ‘Mare di Sangue’ è piuttosto complessa per via della pluralità di redazioni del soggetto - tra disegni, stampe e dipinti – che non trovano, presso gli studiosi, percorsi interpretativi univoci. Ha diviso la critica anche il solo riconoscimento iconografico della figura femminile che raccoglie il doppio getto dal costato di Cristo (getto raffigurato, nel dipinto Spinola, come sangue e acqua secondo la filologica restituzione del Vangelo di Giovanni): più facilmente individuata come la Vergine, ma variamente interpretata come la mistica S. Maria Maddalena de’ Pazzi o la medesima Maria di Magdala, apostola degli apostoli (nel 2012 l’individuazione di una pala nel convento della SS.ma Trinità di Jesi ha permesso di fare un po’ di luce sulla questione: nel dipinto sono raffigurate sia la santa mistica, sia la Madonna, solo quest’ultima raccoglie il sangue del costato del Figlio). È un fatto condiviso dalla comunità degli studiosi che l’invenzione del Bernini, ovvero il disegno originale - realizzato come “una sorta di immagine per una ‘buona morte’ tutta incentrata sul valore salvifico del Sangue del Redentore” (Loda 2006) - sia stato eseguito in occasione della canonizzazione della santa, avvenuta nel 1669. Se c’è accordo in merito alla datazione, non altrettanto sull’identificazione del disegno originale: secondo Petrucci e Valeria Di Giuseppe Di Paolo sarebbe da individuarsi nel foglio di Harleem del Teylers Museum (inv. D 010), mentre secondo altre proposte, tale redazione dovrebbe essere piuttosto una copia da Bernini dovuta al Gaulli. L’invenzio del maestro fu poi diffusa grazie all’opera incisoria di François Spierre, traduzione che dovette avvenire almeno entro il 1671, anno in cui si trova notizia del soggetto stampato (Di Giuseppe Di Paolo 2022, p. 211). Si ricorda inoltre che presso il Museo di Roma è stata individuata una seconda redazione pittorica del Sanguis Christhi (inv. 45666): dapprima la tela romana fu ritenuta l’originale dipinto voluto da Bernini, solo in seguito, per motivi stilistici e iconografici, Petrucci e Loda hanno optato per l’opera genovese (nella Crocifissione di Roma il doppio getto del costato di Cristo è ugualmente rappresentato come sangue rosso, senza tener conto del racconto neotestamentario, forse per derivazione dalla stampa monocroma di Spierre). Ricapitolando, il dipinto Spinola è stato dunque individuato dalla critica come il prototipo pittorico originale, “quello commissionato da Bernini per le sue pie meditazioni” (Petrucci 2013, p. 9). Si ricorda infine che un’ulteriore derivazione dipinta, quasi certamente tratta dalla tela del Museo di Roma, si conserva ad Ariccia presso Palazzo Chigi (INV. MF34)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377342
  • NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE 17
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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