Tancredi e Clorinda

dipinto,

Tela di grandi dimensioni, di formato rettangolare a sviluppo orizzontale. Soggetto tratto dal poema di Torquato Tasso "Gerusalemme Liberata" (canto XII). Il duello tra il cavaliere cristiano e la guerriera pagana è rappresentato nel momento della resa Clorinda e dell'agnizione dei personaggi: "Sarzana trasforma il tragico episodio in un controllatissimo cerimoniale" (Donati 2002)

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Fiasella, Domenico (detto Il Sarzana) (1589/ 1669): inventore/ disegnatore
    Casoni, Giovanni Battista (1610/ 1686): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Luca Giordano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela con Tancredi e Clorinda, conservata a Genova presso le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola, faceva parte di una serie di tre dipinti a soggetto profano, commissionati da Agostino Pallavicino (1577-1649, doge di Genova tra il 1637 ed il 1639) - insieme oggi interamente custodito in museo. L'importante commessa fu condotta da Domenico Fiasella (detto il Sarzana) con l'aiuto dell'allievo e cognato Giovanni Battista Casoni (o Casone). Grazie alle fonti documentarie rintracciate sul gruppo, è stato possibile ricostruire la storia delle tre favole profane raffiguranti - oltre a Tancredi e Clorinda - anche altre due coppie di innamorati come Rinaldo e Armida (GNL 44/1989/1989) e Diana con Endimione (GNL 46/1989; ; i tre dipinti hanno dimensioni comparabili tra loro). I pagamenti delle opere sono documentati in alcune carte ritracciate nell’archivio di Palazzo Spinola: il 21 gennaio 1642 fu disposto a favore del Sarzana il pagamento della tela con Rinaldo e Armida e di “un altro quadro di Tancredi e Clorinda”; il seguente 31 marzo fu anche saldato il pagamento per l’ultimo dipinto, quello con Diana ed Endimione (cfr. Fonti e Documenti). La serie riemerse sul mercato antiquario genovese nel giugno 1989 con un’attribuzione a Luca Giordano: fu in tale occasione che venne riscoperto il legame con le fonti storiche ricordate (Donati 1990). Lo Stato acquistò a trattativa privata i tre lotti posti all’asta per destinarli alla loro attuale ubicazione museale. Dagli inventari dei beni dei Pallavicino affiorarono anche gli spostamenti cui furono soggetti i dipinti, trasferiti nel 1650 da Ansaldo Pallavicino nella stessa dimora di Pellicceria dove ora si conservano (Boccardo-Zanelli 2004), luogo in cui rimasero almeno fino all’Ottocento, quando, in un momento non determinabile, passarono a Novi Ligure nella cascina-villa delle Colombare (Zanelli 2006, cfr. Fonti e Documenti). La letteratura è concorde nel circoscrivere l'autografia del maestro Fiasella alla coppia dei protagonisti Rinaldo e Armida, con i putti invece di mano del Casoni. Nelle altre tele l'impegno del sarzanese è stato individuato nell'ideazione dell’impianto compositivo (“la presenza della mano di Domenico a cui si deve comunque ascrivere la globale ideazione delle tre auliche composizioni”, Zanelli 2006, p. 254), poi restituito pittoricamente dal collaboratore. In merito al rapporto lavorativo tra maestro e cognato, Donati nel 1990 metteva a fuoco il loro legame fiduciario desunto dalla serie ritrovata: “È dunque certo che il Sarzana, dopo il 1640, affidasse regolarmente a Casoni l’incarico di eseguire in tutto o in parte opere che gli venivano commissionate e che uscivano come sue dalla bottega” (p. 195). Dopo le prime due tele eseguite con personaggi tasseschi tratti dalla “Gerusalemme Liberata” - come documentato, entrambe pagate il 21 gennaio 1642 - chiude la serie un soggetto squisitamente mitologico come quello di Diana ed Endimione
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377329
  • NUMERO D'INVENTARIO SBAS 30152
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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