tappezzeria ad ago,

Su canovaccio di juta naturale, ricamo a punto fiamma o ungaro in cascame di seta policroma (bianco e diverse tonalità di verde, marrone, rosa, azzurro e giallo). Disegno fiammato per linee a zig-zag in varie tonalità sfumate

  • OGGETTO tappezzeria ad ago
  • MATERIA E TECNICA juta e cascame di seta/ tela, ricamo, punto fiamma
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Genovese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il manufatto rientra tra i tessuti d'arredo e di tappezzeria, realizzati con il tipico disegno fiammato a colori degradanti. Questo decoro elaborato a partire dal Seicento, probabilmente in ambito toscano-umbro come lasciano supporre il gran numero di manufatti rinvenuti in queste aree, era eseguito con punti a fili contati in materiale policromo (cascame di seta o lana) su canovaccio semirigido in canapa, juta o lino. Per realizzare il disegno fiammato, i punti vanno a ricoprire interamente la superficie del canovaccio con passaggi piuttosto lunghi, a punti dritti o obliqui, generando un effetto decorativo di forte impatto, ma di esecuzione relativamente semplice e rapida (per la tecnica: Casprini L./ Lunardi R. 2004, pp. 186-188). Noto storicamente come punto ungaro o unghero, punto fiamma, punto fiorentino o Bargello, questo tipo di ricamo ad arazzo o tapezzeria ad ago con il suo disegno fiammato conosce una fortuna ininterrotta per tutto il XVIII e il XIX secolo, con riprese ancora al principio del Novecento. I suoi centri produttivi si espandono in varie aree dell’Italia centro settentrionale, ad esempio in Emilia Romagna, e non mancano realizzazioni in contesto domestico. Gli usi sono i più disparati, dai paramenti liturgici agli arredi, in particolare i rivestimenti di sedute, fino agli accessori del costume (per le diverse nomenclature e per esempi dei diversi ambiti di impiego: Baldelli Bombelli C./ Buseghin M.L. 1992, pp. 87- 94; Peri P. 1997, pp. 52-54; Casprini L./ Lunardi R. 2004, pp. 128-129; Carmignani M. 2005, pp. 236-237). Il manufatto si presenta secondo l'antico assetto della raccolta Bruzzo con il tessuto incollato su cartoncino insieme ai frammenti 299T e 300T. Il vecchio numero di inventario Bruzzo (n. 38) è ancora presente. L’associazione storica ad altri due frammenti di tessuti da arredamento del XVIII/XIX secolo e la qualità del disegno con le fiamme dai profili variegati, in tonalità pastello ben sfumate, lasciano supporre una datazione più o meno coeva anche per questo manufatto, forse realizzato ancora nel corso del XVIII secolo. Non è da escludersi una fattura genovese, proprio per la vasta diffusione della tipologia in date più avanzate e per la provenienza locale di gran parte della collezione Bruzzo. Un altro esemplare di tappezzeria ad ago a punto fiamma conservato in Palazzo Reale e sempre proveniente dalla raccolta Bruzzo è il 352T
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700253375
  • NUMERO D'INVENTARIO 299T
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2022
  • ISCRIZIONI Etichetta di collezione incollata sul retro del cartoncino - Epoca 1700, n. 38 - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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