Ritratto di prelato. Un prelato
dipinto
post 1650 - ante 1655
Carbone Giovanni Bernardo (1616/ 1683)
1616/ 1683
Il prelato è dipinto in piedi, a mezza figura impostata a tre quarti, caratterizzato da uno sguardo insieme altero e inquieto. Ha sul capo una papalina nera e indossa un abito religioso di pesante stoffa nera e una veste della quale si intravedono le pieghe. Il braccio destro è poggiato alla spalliera di un seggiolone e tra le dita della mano tiene un berretto mentre con la sinistra stringe un lembo della mantella. All'anulare porta un prezioso anello d'oro con pietra scura mentre al collo ha una croce ricca di gemme. Alle sue spalle svetta un ricco tendaggio di velluto rosso
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Carbone Giovanni Bernardo (1616/ 1683)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto rivela una notevole qualità esecutiva. L’orchestrazione della luce e l’accordo cromatico, sulla scia degli esempi vandyckiani, costruiscono un’atmosfera intima capace di raccontare molto dell’animo di questo giovane religioso. Non si conosce nulla anteriore all’agosto del 1820 quando, insieme all’intera collezione Gabaldoni, la tela fu prestata al re di Sardegna per decorare l’appartamento reale allestito, temporaneamente, in Palazzo Ducale. Carlo Felice nel 1821 acquistò poi l’intera raccolta e così la tela, pagata solo centottanta lire, dal 1822 venne ospitata in Palazzo Reale. Già nell’inventario dei quadri Gabaldoni – steso dal pittore Luigi Gardella il 29 marzo 1821 –, l’opera era attribuita al Carbone “scolaro del Vandik” e sia gli inventari storici sia la critica mai si sono discostati da questa lettura. Inizialmente il dipinto venne esposto in una delle sale dell’appartamento aulico presso il Teatro del Falcone detto della Biblioteca al primo piano nobile del Palazzo, dove restò fino al 1854. Venne poi spostato nell’appartamento “dei Principi Ereditari”. Nel 1911, come “prelato sconosciuto del Carbone”, lo si ritrova nella “sala d’udienza” dell’Appartamento del duca di Genova e dal 1950 nella collocazione odierna. Recentemente Daniele Sanguineti, curando la monografia di Carbone, ha potuto datare l’opera al 1654 circa anche grazie a una vicinanza di intenti con Gaulli, utile proprio a scandire questa specifica fase di lavoro. Gli ultimi studi permettono così di inserire questa tela, a pieno titolo, in un excursus ben definitivo, che prova la qualità di questo artista e la sua indubitabile capacità di assorbire e declinare la lezione fiamminga
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034114
- NUMERO D'INVENTARIO 834
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1985
2006
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0