Narciso. Narciso alla fonte

dipinto, post 1628 - ante 1635

Il protagonista è un giovinetto dai lunghi capelli biondi, abbigliato con una corta tunica blu e una camicia bianca dalle maniche vaporose. Un drappo rosso gli cinge la spalla e la vita. Il ginocchio sinistro è appoggiato a una vasca di marmo e lui è intento a guardare la sua immagine riflessa nell'acqua. Il lato destro è occupato da una vite con tralci rigogliosi e foglie, da cui pende un bel grappolo d'uva, esattamente sopra le spalle del giovane. Il primo piano è invece ravvivato da fiori colorati: un tulipano azzurro, dianthus e iris e un bulbo in fiore di aglio selvatico. Vi sono anche due uccellini, una piccola lumaca e un rivolo d'acqua che scende dalla vasca. Il giovane è da riconoscersi in Narciso che, secondo il racconto di Ovidio, stanco dalla caccia e assetato si ferma a una fonte ma finisce con l'innamorarsi della sua stessa immagine (Metamorfosi, III)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Roos Jean (1591/ 1638)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è tra le prime opere certe che la critica ha ricondotto a Jan Roos, artista anversano che si trasferisce a Genova e si naturalizza genovese (cambierà il suo nome in Giovanni Rosa). La tela qui in esame rivela alcuni brani di eccellenza - si veda, ad esempio, la costruzione del tralcio di vite e del grappolo ravvivato da riflessi ambrati - ma anche una certa stanchezza compositiva accompagnata a una esecuzione debole e faticosa. L'opera arrivò in via Balbi insieme alla collezione Gabaldoni nel 1822 (e non faceva dunque parte dei quadri Durazzo come in passato si era creduto). Prima di arrivare in Palazzo Reale, venne esposta in Palazzo Ducale, nella sala "con apparato di velluto" che precede, secondo un inventario del 20 agosto 1821, la "Camera della Regina". Il dipinto venne pagato dai Savoia duecento lire "fuori banco" e riferito inizialmente a Bartolomeo Guidobono. Nel registro del 1877 si fece per la prima volta il nome di Roos a cui, da Orlando Grosso in avanti, la critica moderna lo ha sempre ricondotto. Tra il 1836 e il 1950 l'opera venne esposta in uno dei salotti dell'Appartamento dei Principi Ereditari al primo piano nobile. L'attuale collocazione fu scelta nella risistemazione post bellica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034088
  • NUMERO D'INVENTARIO 820
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1985
    2006
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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