decapitazione di San Giovanni Battista

predella, 1535 - 1535

Personaggi: San Giovanni Battista; Erode. Figure maschili: carnefice. Simboli del martirio: testa del Santo sul piatto

  • OGGETTO predella
  • ATTRIBUZIONI Buonaccorsi Pietro Detto Perin Del Vaga (1501/ 1547)
  • LOCALIZZAZIONE Celle Ligure (SV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, assai nota ed ampiamente citata dalle fonti antiche, è assegnata in maniera indubbia a Perin del Vaga ed è sicuramente datata, grazie all'iscrizione sopra riportata.Consideranto dal Soprani (R. Soprani- G.A. Ratti, Vite ecc. 1768, p.386) un ex- voto a seguito di un naufragio (come la pala di S. erasmo di Quarto) è invece, evidentemente, un dipinto commissionato dalla locale confraternita dei Pescatori.Si trovava un tempo sopra l'altare maggiore, con l'originaria cornice in legno, fin quando, nel 1799, ebbe l'attuale collocazione.Come si diceva, il dipinto è assegnato con sostanziale sicurezza a perino (il Ratti lo riteneva, invece , in parte di imitatori), all'epoca del secondo soggiorno genovese (1534-37), e quindi cronologicamente vicino ad opere estremamente importanti per la cultura locale, quali l'accennato polittico di S. Erasmo e la pala Basadonne. Dell'estrema popolarità e del grande interesse suscitati dalla presenza dell'artista in Liguria sono testimonianza proprio le commissioni, disparate per ceto sociale ed ambiente culturale, che ricevette, sia dalle massime personalità del momento che da associazioni di pescatori di piccoli centri rivieraschi.Il dipinto, nella sua struttura ancora d'ascendenza tardo-medievale, rivela molto probabilmente una precisa richiesta della commitenza , volta ad ottenere un'opera che celebrasse insieme il Santo Patrono locale con il Precursore- uno dei protettori di Genova- e il Principe degli Apostoli (pescatore di professione), e ricordasse i misteri fondamentali della Redenzione.Stilisticamente il polittico rivela un evidente sforzo conciliare la sostanziale adesione dell'artista ai modi della cultura romana con una serie di motivi, formali ed iconografici, che appartengono invece alla tradizione locale, di ascendenza lombarda. Marcatamente raffaellesco è così San Michele ripreso dal dipinto (Raffaello e Giulio Romano) oggi al Louvre, ma alla raffinata composizione si accompagna un'accentuazione caricaturale e grottesca di Lucifero, col ricordo medievale della bilancia delle anime, che sembra una chiara concessione al gusto locale.Per il S. Pietro, nettissima è l'affinità iconografica con l'anologo dipinto della Vaticana, incertamente attribuito a Sanzio, ed anche nel San giovanni si rivela una qualità stilistica che fa accostare il polittico alla pala del Basadonne, piuttosto che lla più arcaizzante composizione di Quinto. D'altra parte, queste figure debbono avere subito antiche ridipinture, che ne hanno in alcuni punti indebolito la saldezza del tratto.Pure le due tavolette della predella rivelano, nonostante le piccole dimensioni, una grande raffinatezza, che le avvicina alla serie di cinque oggi conservate a Brera, in un rapporto pittorico ben analizzato dal Torriti, ( P. Torriti, Dipinti ecc. 1959, pp.199-200); mentre le due fihure dell'Annunciazione si pongono come una novità compositiva, in specie nella Vergine, la cui originale impostazione prospettica costituì un immediato stimolo per gli artisti locali.La Crocifissione della cimasa, mostra invece evidente l'influsso di un impianto compositivo d'estrazione lombarda, in particolare nella figura della Madonna a braccia larghe, tipica di un impianto compositivo d'estrazione lombarda, in particolare nella figura della Madonna a braccia larghe, tipica dell'area padana, rispetto alla Madonna orante dell'Italia centrale. Si è ipotizzata, anzi, la dipendenza dell'artista dalla Crocifissione di Pier Francesco Sacchi, nel polittico oggi nell'Albergo dei Poveri di Genova, già nella Chiesa di S. Lazzaro che potrebbe in parte, costituire fonte di ispirazione per la pala di Celle (E.Parma Armani, Scheda storica ecc. 1982, p.14). Non si può dimenticare che Perino non poteva trovare, nella cultura raffaellesca, motivi di particolare richiamo per scene quali, appunto, la Crocifissione, che invece risultavano particoarmente importanti per la committenza.Il dipinto di Celle si pone quindi come un elemento fondamentale per la penetrazione in Liguria della cultura pittoriza manieristica al di fuori degli ambienti "di palazzo", e punto determinante per segnare la cesura tra la cultura di derivazione lombarda ed i nuovi apporti romani.Significatamente ne trassero di meditazione ed imitazione Giovanni e Luca Cambiaso per la pala Breccanecca (Chiavari)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700032862-7
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI PISCATORUM SODALICIUM HOC OPUS DIVO MICHAELI DICATUM FIERI IUSSIT ANNO MDXXXV- RESTAURATUM ANNO MDCCXCIX - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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