Testa di San Francesco. Testa
affresco,
Giovanni Antonio De' Sacchis (attribuito)
Pordenone, 1483/84 - Ferrara, 1539
Frammento d'affresco nella quale è possibile osservare la testa di San Francesco, aureolata, che l'artista ha raffigurato in modo scorciato. Il volto è serio, la bocca chiusa e gli occhi del santo sono rivolti verso l'alto come in un muto dialogo
- OGGETTO affresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Friulano
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Antonio De' Sacchis (attribuito): pittore
- LOCALIZZAZIONE Pordenone (PN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento di affresco raffigurante la testa di San Francesco insieme agli altri due lacerti rappresentanti un Santo francescano e il Frammento di una mano, realizzati da Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone, erano parte di un'unica opera che si trovava nella chiesa di San Francesco di Pordenone. Concepita in modo illusionistico come pala dell'altar maggiore e dipinta sulla parete di fondo dell'abside principale, l’opera era articolata in tre nicchie, nelle quali erano rappresentati rispettivamente San Francesco che riceve le stimmate (nicchia centrale) e due santi nelle due nicchie laterali. Descritta per la prima volta dal Rildolfi nel 1648, l’opera rimase in situ per tutto il XVIII secolo, fino a che, in data imprecisata (verosimilmente dopo il 1769 e prima del 1819) gli affreschi vennero strappati e i lacerti superstiti vennero in seguito acquisiti dalla famiglia Galvani. Se l'attribuzione degli affreschi non è mai stata oggetto di discussione, diversamente la datazione di questi lacerti ha suscitato un vivo dibattito che ha coinvolto diversi studiosi nel corso del tempo. Fabio di Maniago nel 1819 ha ipotizzato che gli affreschi fossero stati eseguiti nel 1524, Italo Furlan ha suggerito un'esecuzione più antica, risalente al 1514, basandosi sulle caratteristiche stilistiche, mentre Cohen, al contrario, mettendola in relazione con gli affreschi della cappella Malchiostro di Treviso, li ha datati al 1519/1520. Giuseppe Maria Pilo ha anch’egli avanzato l'ipotesi di una datazione risalente al 1524, mentre Caterina Furlan, dapprima sostenitrice di una datazione ascrivibile al 1518-1520, in seguito ha abbracciato la tesi di Pilo, concordando sulla probabile realizzazione degli affreschi nel 1524
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0600179815
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0