scrivania, ante 1930/10 - post 1930/08

La scrivania faceva parte dello studio del Duca Amedeo di Savoia Aosta originariamente collocato nella biblioteca di Massimiliano, attuale sala V del primo piano. La scrivania presenta dimensioni considerevoli. Misurando 180 cm in lunghezza e circa la metà in larghezza, risultava imponente rispetto agli altri mobili e dominava la stanza. Grazie alla sua forma a parallelepipedo massiccio si presente come un volume puro, appena sollevato da terra da quattro piedi larghi anch’essi di forma geometrica. Frontalmente risulta tripartita: un pannello più grande chiuso corrisponde allo spazio per sistemare le gambe in seduta, ai lati simmetriche si trovano una parte inferiore chiusa e una superiore a giorno. I fianchi sono completamente chiusi, mentre la parte posteriore rispecchia quella frontale con in mezzo l’alloggio per la sedia e ai lati spazi per gli oggetti. A sinistra in basso si trova uno sportello che chiude all’interno cassetti portadocumenti; sopra un’apertura che, vuota in origine, è stata divisa in più scomparti per la cancelleria. Qui, infilando la mano e premendo un tasto nascosto sotto la scrivania, è possibile aprire un vano segreto collocato nella parte anteriore del mobile. La parte destra è invece occupata in alto da due cassetti. All’interno della parte superiore de

  • OGGETTO scrivania
  • MATERIA E TECNICA ebano Macassar/ impiallacciatura
    legno di noce del Caucaso/ impiallacciatura
  • ATTRIBUZIONI Riccoboni, Alberto (1894-1973): progettista
    Sbochel & Co. – Arte Del Legno (fine Sec. Xix-xx): esecutore
    Ditta Francesco Zanetti (fine Sec. Xix-xx)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Storico del Castello di Miramare
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Miramare
  • INDIRIZZO Viale Miramare, Trieste (TS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo mobile s’inserisce nella più ampia progettazione degli appartamenti riservati al Duca Amedeo di Savoia Aosta. Nell’agosto del 1930 infatti il Castello di Miramare viene destinato a temporanea residenza del Duca delle Puglie, incaricato di assumere il comando del 23° Reggimento Artiglieria della divisione aerea di stanza a Gorizia, e della sua famiglia, in quanto unica sede veramente adeguata allo scopo. Il 29 agosto 1930 iniziano i lavori di adattamento di alcune stanze del Castello di Miramare, la cui progettazione non solo degli spazi, ma anche degli arredi di nuova creazione, viene affidata alla Regia Soprintendenza alle Belle Arti, ente periferico dell’allora Ministero dell’Istruzione, che aveva la titolarità di tutela del bene. L’ intervento fu curato dall’allora Soprintendente, l’ingegnere Ferdinando Forlati, e dal funzionario architetto Alberto Riccoboni. La nuova progettazione degli spazi segue le operazioni di riallestimento del Castello, avviate e concluse pochi mesi precedenti, nel maggio del 1929, quando la Soprintendenza curò la ricollocazione degli arredi, trasportati a Vienna nel 1914 allo scoppio della I Guerra Mondiale, allo scopo di riaprire al pubblico le sale. Viene così proposto un restauro conservativo a favore di un rigoroso rispetto filologico del passato. Il 27 agosto 1930 Ferdinando Forlati ed Alberto Riccoboni si trovano a redigere la relazione degli interventi, descrivendo da un lato l’intervento conservativo da poco compiuto, dall’altro quello di progettazione e sistemazione degli ambienti. “I due funzionari ritengono priorità assoluta “il rispetto dovuto al carattere storico e decorativo degli ambienti”, ma al contempo devono provvedere “ad una dimora signorile e pratica, fornita di ogni comodità moderna” per una piccola corte composta dalla coppia ducale, da una figlia in tenera età, da quattro persone al seguito e diciotto tra domestici e impiegati” (Fabiani, 2015). Il progetto di Riccoboni si articolò in tre tipi di intervento: in primo luogo la radicale trasformazione di alcuni ambienti come ad esempio l’ala del primo piano rivolta verso il parco, destinata ad ospitare le camere del duca e della duchessa e tutto il secondo piano dove furono ricavati la camera della principessina e gli alloggi per il seguito e la servitù; altri interventi furono realizzati nelle sale storiche del Castello che pur mantenendo l’impostazione data da Massimiliano furono oggetto di una semplificazione negli ornamenti e nell’arredo. Riccoboni si occupò infine del disegno di tutti i mobili. Le varie fasi di progettazione si svolsero in sintonia con i duchi che, spesso interpellati, intervennero per esprimere desideri e preferenze. Riccoboni progettò “l’arredamento delle LL.AA.RR. con la sobrietà necessaria ma in pari tempo con ricchezza di materiale e nobiltà di forme, così che dal confronto con la fastosità delle sale esistenti l’arte italiana dell’arredamento non abbia a venirne sminuita, ma anzi possa affermarsi vittoriosamente”. Tutti i mobili sono concepiti secondo purezza di forme, pulizia delle linee, privilegiando la modernità, il confort ed l’eleganza, secondo il più autentico spirito razionalista, ricorrendo alla regolare geometria, alla semplice simmetria, all’equilibrio tra vuoti e pieni e alla ricercatezza di materiali e lavorazioni. Su precisa indicazione del duca tutti i lavori di risistemazione furono eseguiti da maestranze triestine, così come gli arredi, la cui realizzazione fu affidata alla Ditta Zanetti, dal 1929 diretta da Guglielmo Sollinger, che per l’esecuzione si avvalse dell’opera di Giulio Sbochel (poi Sbochielli) a capo della falegnameria Sbochel & Co. – Arte del legno, all’epoca assai nota a Trieste
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0600047524
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli - Venezia Giulia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • ISCRIZIONI cassetto - Stabilimento mobili - Francesco Zanetti - Trieste - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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