credenza, opera isolata - manifattura istriana (secc. XVIII-XIX)

credenza,

Il piano della credenza è nella metà anteriore quello originale, mentre in quella inferiore sono presenti inserti ottocenteschi. Il piano presenta al di sotto una cornice dentellata di gusto rinascimentale che alterna semplici fiori intagliati con petali e corolla. I cassetti sono decorati a intaglio con motivi floreali in posizione centrale, incorniciati da un motivo a onda assai mossa di gusto settecentesco. Al di sotto corre una fascia, elemento originale, che divide la parte superiore da quella delle ante, dove viene riproposto il tema dei fiori, e determina l’effettiva larghezza della struttura. L’ampia zona sottostante è divisa in tre ante da quattro lesene. Mentre le ante sono inserti ottocenteschi, le lesene presentano formelle originali decorate con quattro figura diverse intagliate a tutto tondo, la cui iconografia supporta la tesi della datazione e della provenienza. Partendo da sinistra s’incontra un personaggio maschile che indossa un berretto ripiegato, detto frigio fin dall’antichità, utilizzato dai pescatori di tutto il bacino del Mediterraneo. Anche la presenza dei pantaloni ripiegati sotto il ginocchio e della bisaccia è tipica dei costumi dei pescatori

  • OGGETTO credenza
  • MATERIA E TECNICA legno/ intarsio
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Istriana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Storico del Castello di Miramare
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Miramare
  • INDIRIZZO Viale Miramare, Trieste (TS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In quest’ottica l’oggetto trasversale, parzialmente andato perso, che poggiava sulla spalla destra può essere identificato come una canna o un altro strumento da pesca. Il secondo personaggio da sinistra tiene nella mano destra un anello con due grosse chiavi e nella sinistra un piccolo bastone e una verga. L’iconografia cristiana porterebbe a identificarlo come San Pietro, ma la presenza delle ali alle sue spalle farebbero pensare ad un angelo. La stessa ambivalenza caratterizza il terzo personaggio ben definito nei suoi attributi, il manto che gli copre la spalla destra, una bisaccia nella mano sinistra e un chiaro gesto con l’altra mano che scopre la coscia destra. L’iconografia lo attribuirebbe a San Rocco, pellegrino che contrasse la peste, ma anche in questo caso la presenza delle ali rende dubbia tale attribuzione. L’ultimo personaggio a destra è una donna identificabile per l’iconografia cristiana con Santa Elisabetta d’Ungheria, nobildonna che rimasta vedova si dedicò all’assistenza dei poveri e dei malati. La posizione simmetrica rispetto al pescatore potrebbe però significare si tratti di due personaggi popolari tipici della zona di provenienza della credenza. Nell’Ottocento sono state aggiunte le tre ante, ricavate interamente da due spesse tavole in legno da frutto, ciliegio o pero, assemblate longitudinalmente. Le due ante esterne propongono una decorazione con motivi floreali intagliati, mentre una cornice interna a linea spezzata trattiene strettamente una ruota o rosone di chiodi, che racchiudono una croce. Nella simbologia cristiana i chiodi sono legati alla passione di Cristo, fattore cui rimandano anche i fiori stilizzati ai quattro angoli. L’anta centrale presenta la stessa struttura: una cornice interna rettangolare ampia che ne racchiude un’altra a linea spezzata in forma di scudo. All’esterno l’area intagliata presenta due vasi con piante tra cui si riconoscono due fiori di girasoli. Tale elemento botanico concorre a definire la datazione e la provenienza. La pianta del girasole è originaria del Messico, fu introdotta in Europa solo nel 1596 dove venne ampiamente coltivata in area Danubiana e Balcanica. Si dovrà attendere almeno il Settecento affinché questa pianta entri a far parte degli elementi decorativi iconografici popolari. Sempre nel medesimo spazio intagliato compaio due uccelli, identificabili come aquile. L’aquila è un antico simbolo della vittoria e nel contesto cristiano indica la vittoria sulla morte con la resurrezione. Caso interessante quello che riguarda questa credenza. La tradizione attribuisce la sua provenienza alla sacrestia di una non meglio specificata chiesta istriana. L’analisi dei documenti d’archivio non conferma tale tesi, che tuttavia trova un’estrema corrispondenza dall’analisi stilistica e tecnica. Proprio sulla base di queste considerazioni si può affermare che essa rappresenti un cosiddetto mobile ritardatario, ovvero pur presentando caratteristiche tipiche della credenza rinascimentale, sarebbe stato prodotto nel XVIII secolo, con aggiunte in quello successivo, in un’area rurale o periferica istriana, meno influenzata dai cambiamenti di stile dei grossi centri. Per ciò che concerne la datazione Massimiliano possedeva questo mobile prima della costruzione del Castello di Miramare, come attestano gli acquerelli di Germano Prosdocimi del 1854-55, e nel momento del suo trasferimento al Castello la collocazione è stata la Sala IV detta Sala Novara, come descrive l’album fotografico di Sebastianutti del 1873 (L. Fonda, 2005)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0600006594
  • NUMERO D'INVENTARIO EK55014
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli - Venezia Giulia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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