L’artista Serafino Mastracchio e sue trasformazioni. cornici geometriche accolgono il ritratto di Serafino Mastracchio e di dodici personaggi da lui interpretati

manifesto pubblicitario, 1892 - 1892

Lettura iconografica: cornici; foglie; cartiglio; figure maschili; ritratto di Serafino Mastracchio; figure femminili. Categoria merceologica/ tipo evento: spettacolo; teatro. Nomi: Serafino Mastracchio

  • OGGETTO manifesto pubblicitario
  • MATERIA E TECNICA carta/ litografia
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • ATTRIBUZIONI Alisio G (0000/0000)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta Nando Salce
  • LOCALIZZAZIONE Complesso di Santa Margherita e San Gaetano
  • INDIRIZZO Via Carlo Alberto, 31, Treviso (TV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nato a Campobasso nel 1859 da una famiglia di agiati commercianti, Serafino Mastracchio nel 1887 iniziò a lavorare nella compagnia di Ettore Vitale a Roma, ma ottenne i maggiori successi a Napoli, ove nel 1908 venne scritturato da Eduardo Scarpetta per un numero di trasformismo nonché con il compito di chiudere lo spettacolo uscendo lateralmente dalla tela di un grande quadro lo raffigurava in frak e interpretando, con veloci cambi d'abito, tutti i personaggi politici del tempo nonché alcuni tipi comuni come l'avaro o il beone ed eseguendo infine una perfetta imitazione dell'attore Ermete Novelli tanto che i suoi ritratti in abiti di scena venivano spesso scambiati per quelli del vero attore. Ne L'ommo che vola, inoltre, Rambaldo e Scarpetta gli offrirono la possibilità di interpretare contemporaneamente Giolitti e Luttazzi, con trucco davanti e dietro, mentre nel 1892 diresse la compagnia di operette comiche di Pina Penotti eseguendo peraltro in abiti femminili l'aria "Una voce poco fa", ma ebbe anche in alcune pellicole pionieristiche girate a Napoli tra cui La fuga del gatto (1914) di Elvira Notari. Amico di molti attori ed autori della sua epoca, mostrò nei loro confronti una sconfinata devozione anche se tuttavia, non gli risparmiò crudeli scherzi come quella volta in cui imitò alla perfezione il vecchio buttafuori lasciando di stucco lo stesso Scarpetta, o quando recitò la parte del vecchio nella commedia Castigat ridendo mores vestendo i panni del tirchio impresario del Teatro Rossini Salvatore Golia e inducendo il pubblico a credere che fosse proprio lui ad esibirsi sul palcoscenico. Oltre ad essere un grande trasformista, Mastracchio fu anche un abile pittore e caricaturista, tanto da decorare tutte le pareti del palcoscenico, dei camerini e dei ballatoi del teatro Valle di Roma, con figure a grandezza naturale raffiguranti ad esempio Scarpetta o il suggeritore, nonché egli stesso nell'atto di sporgere il capo dal camerino, mentre all'Arena Garibaldi di Livorno una sera dipinse in fretta e in furia la propria figura nella parte interna di un gabinetto, di modo che il pubblico, aprendo la porta, fosse indotto a richiuderla attendendo l'uscita di quell'oscura persona di spalle fin quando egli stesso illuminando meglio l'ambiente con una lampada a gas gridava : — Ma, signori miei, è libero ! Artista dal cuore d'oro, tanto modesto quanto bravo, Serafino Mastracchio amava ricordare che, essendo nato in marzo, aveva nel proprio carattere "un piccolo ramo di pazzia" giustificando così il proprio estro artistico, mentre considerava l'unica sua ricchezza gli attestati di stima e simpatia di colleghi ed amici che collezionò e pubblicò a sue spese nel volume Il mio scudo, nella cui prefazione scrisse: «Il mio tesoro non è un mucchio d'oro. Io, negli anni della mia vita d'umile attore, ho carpito subdolamente l'affetto, la simpatia, l'incoraggiamento delle più autentiche celebrità del teatro italiano che ho qui - in un fascio enorme di fotografie con dediche affettuose e lusinghiere, lettere autografe - e che ho conservato gelosamente, e di cui oggi, giunto al mio cinquantesimo anno di età, voglio far pompa, con orgoglio». La sua grande notorietà, si andò man mano eclissando quando Leopoldo Fregoli raggiunse il successo e così Mastracchio diventò attore secondario, spendendo i pochi averi rimastigli per divulgare il valore artistico dei più illustri compagni fin quando morì a Napoli nel 1914. Oggi il suo straordinario archivio documentario e fotografico fa parte della Biblioteca Lucchesi Palli e rappresenta una miniera di dati utilissimi per lo studio sul teatro italiano e napoletano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500667573
  • NUMERO D'INVENTARIO 00848
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale Collezione Salce
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI lato sinistro, all’interno della cornice circolare - G. Alisio 92 - corsivo minuscolo - a stampa -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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