Giardino delimitato da uno steccato con un paesaggio aperto sul fiordo

modellino di scenografia, post 1921 - ante 1921

Il modellino di scenografia è composto dal fondale e da tre distinti elementi: ai lati alberi frondosi e una fitta vegetazione di arbusti e fiori fanno da quinte, mentre al centro è rappresentata una parte del giardino di casa Wangel chiuso da un basso steccato. Sul fondo si stagliano i monti attraversati dal fiordo e un cielo dai toni rosati. Il modellino, la cui composizione risulta essere fedele al bozzetto, è realizzato con tempera ad acqua su uno spesso cartoncino marrone ritagliato

  • OGGETTO modellino di scenografia
  • MATERIA E TECNICA cartoncino/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Goncarova Natalja (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione demaniale "Eleonora Duse"
  • LOCALIZZAZIONE Loggia del Capitano
  • INDIRIZZO Via Regina Cornaro 221, Asolo (TV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo dodici anni trascorsi lontano dalle scene, Eleonora Duse torna, nel maggio del 1921, al teatro Balbo di Torino con La donna del mare di Henrik Ibsen, stesso dramma con cui si era congedata dal pubblico nel gennaio del 1909 a Berlino. L’organizzazione del rientro e la scelta di un repertorio organico e coerente con le sue intenzioni artistiche occupò a lungo la Duse, che trovò nell’attore e capocomico Ermete Zacconi, con cui aveva lavorato anni prima nelle rappresentazioni dannunziane, un valido supporto e una garanzia in termini di autonomia e libertà d’azione. In una lettera del 15 febbraio 1921 a Ines e Ermete Zacconi la Duse si dice ancora incerta sul programma da portare in scena ma doveva aver maturato l’intenzione di presentare La donna del Mare dal momento che, pochi giorni prima, aveva richiesto a Natalja Gončarova di collaborare all’allestimento, commissionandole la realizzazione di due abiti e fornendole a tal riguardo indicazioni dettagliate (Signorelli 1955, pp. 355-357; Molinari, 1985, p. 254; Biggi, 2001, p. 68). La scelta di affidare l'incarico alla pittrice russa, secondo la critica, rivela la volontà di sperimentazione costantemente perseguita dall'attrice e un rapporto di reciproca stima e fiducia che unì le due donne. La Duse era infatti nota all’artista russa sin dai tempi delle sue tournée a Mosca, sebbene l’occasione di un incontro dovette presentarsi solo tra il 1916 e il 1917, durante il soggiorno romano della Gončarova e di Larinov, assidui frequentatori del salotto romano di Olga Resnevič Signorelli (Pagani 2020, pp. 458-459; Sebregondi 2020, p. 134). È proprio la corrispondenza tra la Signorelli e i due artisti russi a fare luce sul sentimento di profonda ammirazione che la Gončarova nutrì nei confronti della Duse, in virtù del quale dovette decidere di prestare gratuitamente la sua opera per l'ideazione dei costumi e per seguirne il confezionamento presso un atelier parigino (Pagani 2020, p. 462-463). L’ipotesi di attribuire i bozzetti e i modellini di scena del Museo Civico di Asolo a Natalja Gončarova è stata avanzata da Maria Ida Biggi che, attraverso un’indagine iconografica, li ha ricondotti al dramma ibseniano. Nelle cronache seguite alle rappresentazioni de La donna del mare del 1921, non vi sono espliciti riferimenti alle scene, salvo un commento di Luigi Michelotti che, in un articolo edito su La Stampa del 6 maggio 1921, definisce deliziosa e di buonissimo effetto la decorazione scenica di Pietro Stroppa, nipote dello scenografo già attivo per la Duse Antonio Rovescalli. Anche Mirella Schino ricorda il nome di Stroppa come l’autore delle scenografie, create sulla base di alcune fotografie della Norvegia e di qualche suggerimento del giornalista e commediografo Luigi Barzini (Schino, 2008, p. 387). Vale la pena ricordare anche quanto scritto dalla Duse in una lettera incompleta ai coniugi Zacconi datata all’aprile 1921, in cui richiede un confronto per decidere sui bozzetti presentati dal Bosio, giudicati poco convincenti perché più vicini al lago Maggiore che alla Norvegia (Schino, 1986, p. 188). I preparativi per l’allestimento del dramma ibseniano furono non solo laboriosi ma anche particolarmente impegnativi in termini economici per la Duse che arrivò a spendere 98.000 lire tra vestiti e carta pesta (Signorelli, 1955 p. 172)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500335653
  • NUMERO D'INVENTARIO 616
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • ISCRIZIONI verso - Coulisse coté droite / dame de la mer / 3 acte - corsivo - a matita - francese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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