badalone di Manetti Giovanni detto Fiorentino (sec. XVI)

badalone post 1447 - ca 1562

Parte inferiore a semplici pannelli riquadrati con sei colonne scanalate. Il leggio ha una base con intagli floreali, scanalature e due teste di leone, un mascherone; alla sommità, parte da due volute a testa di delfino una croce doppia su base curvilinea di ferro battuto. Cassone, 100 x 200 x 100 cm ca; leggio, h 220 cm ca

  • OGGETTO badalone
  • MATERIA E TECNICA ferro/ battitura
    legno di ciliegio/ intaglio
    legno di ciliegio/ scultura
    Ottone
  • ATTRIBUZIONI Manetti Giovanni Detto Fiorentino (notizie Seconda Metà Sec. Xvi)
  • LOCALIZZAZIONE Teolo (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Una volta nel coro della chiesa opera degli stessi autori seppure nei decenni precedenti (la datazione del badalone è possibile grazie al ritrovamento recente di documenti, inediti, di pagamento nell'archivio di Praglia). Aggiornamento 2015: Va detto, per altro, che intorno al 1580 l'abbazia può dirsi abbellita in quasi tutte le sue parti. Nel 1572 il citato scultore e "intagliatori legnamine" Giovanni de Manettis detto Fiorentino aveva provveduto su richiesta del cellerario Giulio da Mantova, sotto il governo dell'abate Damiano da Novara, a rinnovare le sedie del coro aggiungendo il frontespizio, intagli e spiritelli poi dorati con ingente spesa. Niente di più facile che in occasione del trasferimento del coro "all'uso romano sotto l'abside o mezzo cattino" si fosse evidenziata l'esigenza di interventi di restauro e d'integrazione ornamentale della struttura lignea. L'intagliatore incarna un ulteriore esempio di maestranza condivisa con il monastero benedettino di S. Giustina e anzi pendolare tra i due cantieri, dato che negli stessi mesi lo si scopre impegnato in entrambe le sedi. Il suo legame con i monaci di Praglia va considerato però precedente e di lunga durata. Già nel 1557 infatti l'artista si fa scoprire nel monastero, e non certo in visita di cortesia, dato che in quell'anno funge da testimone a un atto stipulato "in loco Pratalea" dove risulta risiedere. In assenza di una documentazione più stringente, è lecito chiedersi se la presa di contatto del maestro fiorentino non possa essere fatta risalire ad una data ancora più alta, in tempo perchè possa mettere mano anche alla costruzione degli stalli nella loro collocazione iniziale a chiudere il coro verso la navata. Che Giovanni per almeno due decenni non abbia rivali a Praglia lo prova anche la stipula nel 1562 di una convenzione impegnante il maestro a eseguire i banchi del refettorio e altra "hopera" non meglio specificata "per uso della sagrestia et ciesa" (Mancini, 2013, pp. 365-366)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500015599
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1979
    2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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