Angelo

dipinto, ca 1301 - ca 1310

Testa a grandezza naturale entro un'aureola. Dipinto direttamente sul muro di mattoni (cfr. Notizie storico-critiche)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Padovano
  • LOCALIZZAZIONE Teolo (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo brano di affresco si trova all'interno del campanile, nella parte che risale all'inizio del '300, ad un'altezza di circa tre metri dal livello della chiesa cinquecentesca. mancano apporti documentari per una puntuale ricostruzione del complesso trecentesco pratalense, certamente affrescato da pittori padovani,come dimostra questo brano e la sua tecnica particolare: è dipinto direttamente sui mattoni, senza stendere la malta e il contorno degli occhi come i capelli venivano segnati direttamente con il nero. Per lo stile piuttosto arcaicizzante, si può collocare questo brano piuttosto avanti nel corso del secolo. Aggiornamento 2015: La parete nord del campanile appare ancora oggi completamente ricoperta di affreschi, anche se in stato lacunoso e frammentario, fino all'altezza del tetto che vi si appoggia e, in basso, tagliati dalla stretta mensola di camminamento a ridosso del campanile stesso. A partire dal basso, il resto di un "velario", o piuttosto di un tendaggio, tagliato appunto dalle pietre del camminamento, dipinto nella gamma dei verdi e gialli, sembra sorreggere un'alta fascia decorata da motivi cosmateschi e vegetali, ove, entro quadrilobi appaiono il busto di Santo vescovo e quello di un Angelo (fig. 1). Ancora più sopra, dopo una fascia di intonaco bianco ve ne è una seconda del tutto simile alla prima (fig. 2); ma sul lato sinistro si leggono ancora tracce di un arco irridato. Dopo un ulteriore spazio bianco, sotto la linea del tetto, un'ultima fascia più bassa, decorata solo a motivi vegetali. La parete del campanile si apre in una monofora, forse, una porta di accesso, ornata nell'imbotte di un elegante fregio fogliaceo su fondo marrone-violaceo. Evidentemente, il fatto che l'intera parete fosse decorata a fresco, fa sicuramente pensare che essa si affacciasse all'interno di un vano piuttosto alto. L'ipotesi più convincente, avanzata anche da Bresciani Alvarez, è che si trattasse della parete laterale della originaria chiesa, addossata appunto al campanile, il cui orientamento era da est a ovest. Le fasce decorative sono piuttosto rovinate e inoltre presentano pesanti tracce di rifacimenti e di restauri: il complesso venne infatti sottoposto a restauro nel 1963, e poi, a opera di Lazzarin, nel 1982-83; così oggi mostra solo una povera gamma cromatica, giocata prevalentemente sui toni del giallo del rosso e del verde bruno. Il disegno delle figure non è sempre raffinato: un po' dura è infatti la fattura dell'Angelo con il globo, mentre piuttosto bello è il busto del Santo Vescovo, nella delicatezza della linea di contorno, nella finezza della stesura del colore che modella morbidamente il volto, nella severa plasticità del volume, sottolineata dal disporsi delle mani, quasi in una suggestione di spazio. Il non buono stato di conservazione degli affreschi non ci consente un esame molto preciso, né dunque sicure proposte attributive. Tuttavia la tipologia dei motivi floreali e di quelli cosmateschi delle fasce, il viticcio dell'imbotte della porticina, sono elementi tipici delle decorazioni di ambito strettamente giottesco a Padova, e ad ambito strettamente giottesco richiama anche il busto del santo vescovo, nel taglio degli occhi, nel naso sottile, nella posa delle mani, certo esemplate su quelle di Giotto. Quanto alla cronologia degli affreschi, mi sembra si possa affermare che essi sono databili ad anni molto vicini alla decorazione della cappella degli Scrovegni, quindi sicuramente non dopo il 1310 e sono dovuti probabilmente ad un artista padovano, gravitante nell'ambito di Giotto (Flores D'Arcais, 2013, p. 301)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500015566
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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