Elemosina di San Nicola da Bari

pala d'altare, post 1545 - ante 1554

Il santo e il povero grandeggiano in primo piano, sullo sfondo di una loggia aperta - su cui si affacciano tre donne - e di un arco rinascimentale che dà su un paesaggio montuoso. Le tipologie dei personaggi maschili sono fortemente marcate e riprendono modelli tipicamente campagnoleschi. Unica nota di colore la veste rossa dell'uomo e la cotta candida su veste blu del santo

  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Campagnola Domenico (1500 Ca/1564)
  • LOCALIZZAZIONE Teolo (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa pala d'altare dovette essere commissionata al C. prima del 1564, anno di morte dello stesso, ma dopo il 1559 giacché l'arredo pittorico della chiesa iniziò nel 1559 con le commissioni per gli altari principali (nel transetto e nelle due cappelle laterali all'abside con le due tele di P. Caliari e nell'abside), e l'altare dedicato a S. Nicola si trova nella prima cappella vicina al transetto destro. Nel 1868 venne confiscata in seguito alla soppressione dell'ordine e portata al Museo Civico di Padova, dove il Venturi la vide, giudicandola senz'altro opera del C. (Venturi, 1928, IX, 3, p. 528). La stessa attribuzione, del resto, sostenuta dalle fonti padovane di fine '700 e '800. Aggiornamento 2015: Riconosciuto solennemente nel 1545, l'altare "sub invocatione" di S. Nicola sembra essere stato il primo a esibire una pala, in questo caso raffigurante la "Elemosina di san Nicola". La vicenda entra nella letteratura solo in questa sede e vale la pena, pertanto, ripercorrerla nel dettaglio. Il 22 dicembre 1554 "Francesco Torbido nuncupateus il Moro pictor veronensis quondam Marco", residente allora a Padova nel monastero di S. Antonio Confessore, si impegnava con il reverendo Arcangelo da Verona e i Monaci di S. Maria di Praglia a realizzare una "Anchona di Cristo Passo integro" sorretto da un angelo entro il giorno di Pasqua di quell'anno. Dell'opera non resta alcuna traccia e non è detto sia stata mai dipinta. Ma ciò che interessa qui è un altro punto nel dispositivo dell'accordo: Torbido si impegna a dipingere per la chiesa di Praglia una pala "della stessa grandezza, lunghezza e altezza che è l'anchona di l'altare de Santo Nicolò in detta chiesa del monastero di S. Maria di Praglia". E' fuor di dubbio che il modello indicato dai monaci sia da identificarsi nella "Elemosina di san Nicola di Bari"(222 x 145 cm) di Campagnola (fig. 8), da ritenersi, per tale ragione, presente e visibile sull'altare già prima dello scadere del 1554. Che la data dell'opera di Campagnola difficilmente possa discostarsi molto da quella sopra indicata lo fanno capire del resto le corrispondenze con la produzione assai coerente di questi anni, nella quale Domenico tesaurizza suggestioni e spunti da varie fonti: non solo la sempre ricordata Venezia di Porta e Schiavone, ma anche l'opera di Jacopo Bassano (Mancini, 2013, p. 352)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500015509
  • NUMERO D'INVENTARIO 616
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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